Oggi ho tardato a scrivere… di proposito. Sono tornato a Bolgheri e volevo comunicarvi le mie impressioni a distanza di 55 e più anni dall’ultima volta che c’ero stato.
Non ricordo esattamente chi mi ci accompagnò e nemmeno il motivo della gita. Ero appena adolescente e avevo da poco studiato la poesia del Carducci: “i cipressi che a Bolgheri alti e schietti van da san Guido in duplice filar, quasi in corsa giganti giovinetti…”.
Ricordo l’impressione che provai nel percorrere i pochi chilometri che separano il paese dall’Aurelia con quegli alberi a “scortarmi” fino al borgo antico.
Ricordo anche il pane col prosciutto gustato nella locanda all’ingresso del paese e il vino rosso bevuto, seppure in modica quantità, con (?)… forse ero in gita col mio vecchio parroco… ma davvero non ricordo.
Nella chiesetta padronale posta subito a lato non ero mai entrato. Ci sono entrato oggi perché è stata trasferita in proprietà alla parrocchia e quindi è aperta al culto.
Sono andato per celebrare il matrimonio di Nicola e Marina ed è stato tutto molto bello. A cominciare dall’accoglienza che mi ha riservato il giovane parroco e fino al congedo, affettuosissimo, ricevuto dagli sposi e dai loro familiari.
Mi sarebbe piaciuto andare un pochino in giro per il paese e magari tornare nella locanda – oggi curatissimo punto di ristoro – ma non ne avevo il tempo. Sono riuscito però a sbirciare il menù e ho notato che i piatti offerti sono sempre gli stessi di allora: polenta con ragù di cinghiale e tagliatelle alla lepre selvatica di primo e arrosti misti di secondo con il vino a caraffa e il tutto con appena 15/20 Euro! Per gli avventori da merenda invece il pane croccante con prosciutto e formaggio pecorino!
Tornando a casa – di corsa – mi è venuto da pensare a quanto sono belli i borghi toscani e in particolare Bolgheri, “dolce paese … del (mio) giovenile incanto”.
Basta così. V a finire che mi commuovo.