Fervono i preparativi per l’inizio della scuola e quindi anche del catechismo. Scuola e catechismo sono equiparati nel senso che in entrambi i casi ci sono dei programmi ben precisi che aiutano i giovani allievi a conoscere e poi approfondire utili nell’immediato e per la vita.
Nel caso del catechismo si tratta di imparare a conoscere e quindi ad amare Gesù. L’amore per Gesù non nasce immediatamente. In certi casi purtroppo o per l’insipienza del sacerdote/catechista o per lo scarsa collaborazione dei genitori avviene il contrario e cioè che i ragazzi, subendo le lezioni, una volta giunti alla fine del corso … non mettono più piede in chiesa! E questo non è un’eccezione. In tante parrocchie è la regola. Un vero peccato!
Eppure noi ci mettiamo tanto impegno. Che dico impegno. Ci mettiamo cuore. Accompagniamo le lezioni con la preghiera, ci sottoponiamo a corsi di aggiornamento, verifiche ecc. Tutto inutile. Gratificazioni: zero!
Per questo motivo insegnare il catechismo è usurante. E prova ne è il fatto che molti/e catechisti/e dopo alcuni anni di servizio si stancano e mollano l’impegno.
Non sto a giudicarli perché la tentazione delle volte viene anche a noi sacerdoti… Immaginiamoci se non può venire anche ai laici.
Si tratta quindi di reagire alla tentazione e di offrire questo servizio al di là dei risultati. Del resto anche a Gesù non è andata meglio. I suoi carissimi discepoli lo hanno abbandonato tutti salvo poi ripensarci e, forti del suo aiuto, e riprendere il servizio.
C’è poi anche un altro problema… ma ve ne farò parola domani perché oggi il telefono brucia dalle chiamate…