Come titolo avrei voluto scrivere “forte” sofferenza ma poi ho deciso di non esagerare: ci sono, purtroppo, tanti altri problemi che generano sofferenza e non è giusto drammatizzare.
Premesso che – come Chiesa a livello globale – siamo in enorme difficoltà avverto sofferenza nell’osservare come si sia sgretolato in pochissimi anni i rapporto società-famiglia-parrocchia che in altri tempi consentiva di “limitare i danni” della scristianizzazione in atto.
Quando, ad esempio, parlo con i piccoli del catechismo – sono innocenti e quindi raccontano con candore – e mi rendo conto che non sono venuti nemmeno alla Messa di Natale… mi cadono le braccia!
Oppure quando controllo le schede degli adolescenti/giovani e mi rendo conto che “nessuno” viene alla Messa da mesi e, anzi, qualcuno fa fatica perfino a salutarmi quando mi incontra…
Che tutto sia dipeso dal covid non ci credo. C’è evidentemente qualcos’altro che ha determinato questo allontanamento. Ma cosa? E come possiamo rimediare?
Come ho scritto sopra non voglio drammatizzare. Ricominciamo e basta, senza rimpallarci responsabilità. Sarebbe inutile e ingiusto nei confronti di chi offre tempo e lacrime per il Vangelo.
Allora, per prima cosa, vi invito a prendere sul serio l’impegno del “monastero”: un giorno intero di preghiera, ogni mese, a favore dei più giovani.
Poi, e mi rivolgo ai genitori e ai catechisti, non ci perdiamo d’animo… coraggio e avanti.