Ieri mattina, incontrando a Pisa don Alì, un sacerdote del Congo al momento in aiuto nella nostra Diocesi, sono rimasto molto sorpreso nel vederlo con una folta capigliatura in testa.
Da quando lo conosco lo avevo sempre visto privo di capelli tant’è che pensavo fosse calvo.
Don Alì oltre che sacerdote è uno scienziato. Cultore di linguaggi antichi ha studiato dapprima a Pisa e poi a Parigi per poi pubblicare uno studio interessantissimo su una lingua sconosciuta dell’africa centrale. Al momento collabora con un paio di Università come cultore di scienze demografiche ecc. Ovviamente, essendo un sacerdote, tiene una parrocchia ed è molto amato di suoi parrocchiani.
Essendo in coinfidenza gli ho chiesto conto di questa novità “estetica”. Da calvo a capellone (con tanto di ricciolini come usano fare gli africani) c’è una bella differenza.
“E tu – mi ha risposto – com’è che te vai in giro con la sciarpettina di seta al collo?”
“Perché ho freddo”, gli ho risposto.
“Anch’io soffro il freddo … alla testa e quindi mi sono fatto capellone!”
“Potresti portare un berretto di lana”
“No, perché ne ho già smarriti due… Preferisco i capelli lunghi. Quelli non li perdo senz’altro. E poi risparmio due volte: non vado dal parrucchiere e nemmeno dal “cappelliere !”
E bravo Alì.