Il Mercoledì delle “ceneri” eravamo in tanti a ricevere il tradizionale segno del pentimento e della penitenza. Anche la Domenica successiva la fila dei “penitenti” non finiva più!
Tutti poi, a capo chino, hanno accolto senza fare una piega le dure parole previste dalla Liturgia: “Ricordati che sei polvere e polvere ritornerai”!
Qualcuno – ho notato – è venuto perfino due volte: il Mercoledì e la Domenica quasi avvertisse il bisogno di riconoscersi superpeccatore.
La polvere in questione viene raccolta bruciando i rami d’olivo benedetti nella Domenica delle Palme dell’anno precedente. Poi si filtra, si lascia in posa ancora un pochino, si filtra di nuovo ed è pronta per l’uso. Un pizzico sui capelli che poi, una volta giunti a casa, vengono lavati accuratamente perché non ve ne resti traccia.
Nell’antichità non era proprio così: si raccoglieva la cenere nel camino così com’era per poi cospargela fra i capelli che ne restavano intrisi per giorni e giorni con un effetto sgradevolissimo visto che il nero della cenere sporcava anche il volto e le vesti.
Guai poi a toglierla prima del tempo, cioè prima della Pasqua perché il segno penitenziale doveva restare fino alla vigilia di Pasqua e anzi, nell’occasione della processione del Venerdì santo, veniva “ripreso” con altra abbondante dose di cenere.
Quest’anno anche noi saremo costretti a fare come gli antichi penitenti e cioè a tenere i capelli e le vesti intrisi di polvere fino a Pasqua. Infatti, come avrete notato, sono ripresi i lavori di consolidamento e imbiancatura alle pareti della chiesa… sono tornati i ponteggi… e quindi la chiesa è di nuovo piena di polvere!
Le signore, che Dio le protegga, sono sempre a spolverare ma è una lotta impossibile perché la polvere si infiltra dappertutto!
Sarà quindi una Quaresima all’antica… portate pazienza.