691. IN CAMMINO – polvere

Il Mercoledì delle “ceneri” eravamo in tanti a ricevere il tradizionale segno del pentimento e della penitenza. Anche la Domenica successiva la fila dei “penitenti” non finiva più!

Tutti poi, a capo chino, hanno accolto senza fare una piega le dure parole previste dalla Liturgia: “Ricordati che sei polvere e polvere ritornerai”!

Qualcuno – ho notato – è venuto perfino due volte: il Mercoledì e la Domenica quasi avvertisse il bisogno di riconoscersi superpeccatore.

La polvere in questione viene raccolta bruciando i rami d’olivo benedetti nella Domenica delle Palme dell’anno precedente. Poi si filtra, si lascia in posa ancora un pochino, si filtra di nuovo ed è pronta per l’uso. Un pizzico sui capelli che poi, una volta giunti a casa, vengono lavati accuratamente perché non ve ne resti traccia.

Nell’antichità non era proprio così: si raccoglieva la cenere nel camino così com’era per poi cospargela fra i capelli che ne restavano intrisi per giorni e giorni con un effetto sgradevolissimo visto che il nero della cenere sporcava anche  il volto e le vesti.

Guai poi a toglierla prima del tempo, cioè prima della Pasqua perché il segno penitenziale doveva restare fino alla vigilia di Pasqua e anzi, nell’occasione della processione del Venerdì santo, veniva “ripreso” con altra abbondante dose di cenere.

Quest’anno anche noi saremo costretti a fare come gli antichi penitenti e cioè a tenere i capelli e le vesti intrisi di polvere fino a Pasqua. Infatti, come avrete notato, sono ripresi i lavori di consolidamento e imbiancatura alle pareti della chiesa… sono tornati i ponteggi… e quindi la chiesa è di nuovo piena di polvere!

Le signore, che Dio le protegga, sono sempre a spolverare ma è una lotta impossibile perché la polvere si infiltra dappertutto!

Sarà quindi una Quaresima all’antica… portate pazienza.

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