Oggi sono dieci anni dall’elezione a Papa di Jorge Bergoglio col nome di Francesco. Vogliamo quindi raccomandarlo al Signore perché continui ad accordargli salute e illuminazione per la guida della santa Chiesa cattolica.
Ricordo che quando venne eletto eravamo proprio ad Assisi. Tornavamo dal pellegrinaggio annuale a San Giovanni Rotondo e avevamo fatto sosta per il pranzo a un ristorante fuori città per poi trasferirci ad Assisi per la Messa.
I frati, nonostante non li avessimo contattati in anticipo, ci fecero celebrare in una piccola cappella posta all’interno del complesso di Santa Maria degli Angeli. Nell’occasione, col conclave in corso, avevamo pregato tanto per il nuovo Pontefice. Così quando, tornati sul pullman, ci giunse la notizia per radio esplodemmo in un liberatorio canto di ringraziamento e impetrazione.
Restammo colpiti proprio dal fatto che l’eletto aveva scelto come nome – primo nella storia della Chiesa – quello di “FRANCESCO”, nome foriero di novità quali la semplicità, la povertà, l’amore per gli animali e la natura, la fratellanza, la pace ecc.
E così è stato. Si può dire che in questi dieci anni le cose sono andate secondo le previsioni. Papa Francesco ha dato una “sterzata decisa” alle questioni – mi riferisco alle indicazioni seguite al Concilio Vaticano II – lasciate in sospeso dai Papi precedenti.
Qualcuno l’ha giudicata troppo forte, troppo radicale; altri invece, all’opposto, troppo blanda; altri infine ne hanno gioito come dono dello Spirito Santo alla Sua Chiesa in questo tempo così difficile.
Questa disparità di giudizio resta tuttora e anzi è acuita da certo strappi con tradizionalisti da una parte e innovatori dall’altra prossimi allo scisma! Ecco il motivo per il quale tutti coloro che riconoscono nel Papa il successore di Pietro pregano per lui. Noi siamo fra questi: mettendo da parte possibili e anche legittime difficoltà di accettazione del suo Magistero lo raccomandiamo al Signore.