La festa del papà non è andata benissimo… anzi è andata male perché sono mancati moltissimi bambini. Ne aspettavo almeno 60/70 e invece ne sono venuti appena 25.
Pazienza. Vedremo di rimediare con la solita “circolare” ma un conto sono le letterine di avvisi/saluti e altra i “biscotti”. Sì, i biscotti, perché la festa aveva il clou nella degustazione di ottimi biscotti prodotti dal forno a fianco alla chiesa.
Pur con qualche assenza di troppo la festa si è svolta in modo dignitoso: alla predica ho accennato alle difficoltà educative che si incontrano di questi tempi; difficoltà che mettono in crisi papà, professori, preti, catechisti e tutti coloro che predicano impegno e sacrificio… Vengono un po’ snobbati come se parlassero in altra lingua! I risultati però parlano chiaro e infatti solo coloro che mantengono gli impegni e si danno da fare seriamente riescono poi a raggiungere certi risultati.
Anch’io mi sono gustato un buon “biscotto”. Ne avevo diritto dato che sono in tanti quelli che mi chiamano “padre”. È vero che anche in questo caso la dizione “don” ha preso il sopravvento fra i più giovani ma di fatto sono e resto “padre” per la maggior parte delle persone.
Adesso, passata in qualche modo la festa del papà (e di san Giuseppe) ci stiamo concentrando sulla Pasqua che si sta avvicinando sempre più. Ci sarà anche un appuntamento extra, la processione di Gesù morto, che vogliamo riprendere alla grande dato che certe tradizioni mantengono anche oggi il loro fascino. Ma di questo ne scriverò con maggiori dettagli domani.
Naturalmente a.D.p., a Dio piacendo, come diceva il compianto don Crisman. A domani!