Capisco che quello che sto proponendo è un triduo un po’ strano ma penso non sia inutile se non altro per sfatare alcuni luoghi comuni che spesso ci capita di ascoltare.
TERZA RIFLESSIONE: Non è un’onorificenza
Vi scrivevo ieri di alcune battute irrispettose nei confronti delle Spirito. Capita, purtroppo, di ascoltarne anche da sacerdoti e addirittura vescovi! Il povero custode della chiesetta in Terrasanta che aveva liberato la colombella lo aveva fatto in buona fede e quindi poteva anche essere tollerato. Ma…
Eravamo raccolti in cattedrale per l’ordinazione episcopale di un confratello sacerdote. Era un prete semplice, privo di titoli accademici, povero ma ricco di spiritualità. Stando alle regole ecclesiastiche, non scritte ma sempre scrupolosamente osservate, non avrebbe dovuto diventare vescovo. Il vescovo è un’autorità: non a caso si chiama “eccellenza”… “cenci rossi”, si dice a Pisa a indicare un ecclesiastico che fa carriera.
Dunque nel momento solennissimo dell’invocazione delle Spirito Santo con l’umile sacerdote prostrato a terra un confratello indicandolo con la mano disse: “È lì, quello steso in terra” come se lo Spirito non avesse saputo chi fosse il candidato. Credeva forse di aver fatto una battuta spiritosa ma in realtà fu una battuta davvero infelice.
Lo Spirito santo sa bene chi è degno di essere Vescovo. E concede i suoi doni a chi crede anche se non ha titoli. Doni che non sono medaglie o onorificenze da appuntarsi sulla giacca o sulla tonaca ma raggi d’amore che infiammano il cuore e illuminano la mente di chi crede col cuore.
PREGHIAMO: Vieni Spirito santo, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce.