OGGI, Venerdì di “passione” ci troveremo al cimitero per la VIA CRUCIS. Non credo saremo moltissimi ma al di là del numero dovrebbe essere una liturgia partecipata perché questa antica devozione – nata in pieno medioevo – continua anche oggi ad affascinare grandi e piccoli “graffiando il cuore” di chi partecipa e disponendoli alla conversione.
“Conversione”: ho usato un termine eccessivo? Non credo proprio perché è un fatto che sono anche oggi molti coloro che si avvicinano alla pratica religiosa e in particolare alla confessione dopo aver partecipato, seppure da spettatori, alla Via Crucis.
Nel passato i numeri dei “convertiti” erano imponenti perché la Via Crucis era una sacra rappresentazione fatta anche di spine (vere), di sangue (vero), di lacrime (anche queste vere) che coinvolgeva emotivamente strappando le lacrime… ma anche oggi i risultati ci sono, eccome!
Gli unici che restano un po’ freddini, per così dire, siamo proprio noi abituati a celebrarla – sia da protagonisti che da spettatori – ma questo dipende dall’abitudine, si sa. Nel nostro caso quindi, per rendere efficace la partecipazione è d’uso “applicarla” cioè celebrarla a favore di chi porta la croce di Gesù: ammalati, abbandonati, poveri ecc. e allora anche per noi avviene il miracolo della conversione.
DOMANI inizia poi la settimana santa. Consegnerò ai ragazzi del catechismo il dono di Pasqua e, insieme, il/la bollettino/circolare con gli appuntamenti più importanti della settimana. Poi preparerò l’altare per la prima Messa della Domenica (la Messa del Sabato si chiama proprio così… lo sapevate?) con i rametti d’ulivo, le ampolle della benedizione, la rivista e tutto il resto.
Infine ne approfitterò per confessarmi dal carissimo don YUDAS che viene proprio per questo. Ovviamente non viene solo per me ma anche per voi. Capito?