Ieri sera dopo cena, ancora a tavola, i miei commensali mi dicevano che Papa Francesco aveva avuto una contrattura del volto durante il consueto appuntamento settimanale con i numerosi pellegrini presenti in piazza San Pietro.
Pensavo si fosse innervosito di qualcosa – ne avrebbe ben donde con tutte le contestazioni che gli muovono – e invece era una smorfia di dolore ma non per il ginocchio quanto per una patologia polmonare, una polmonite presa chissà come/dove.
Bene dunque hanno fatto i sanitari a ricoverarlo immediatamente perché non è una patologia da poco trattandosi di un anziano e per di più con uno lobo polmonare asportato in gioventù.
Oggi lo ricorderemo all’altare chiedendo per lui la guarigione fisica e – forse ancora più importante – la consolazione dello spirito.
Non deve essere facile gestire le faccende della Chiesa universale in questo delicato momento storico. Noi – anzi, io – mi lamento perché i ragazzi fanno troppe assenze al catechismo o perché i giovani vengono poco in chiesa ma queste sono sciocchezze al confronto di quanto succede oggi nella Chiesa con fedeli, addirittura vescovi e Sacerdoti, che contestano il Magistero; con sbandamenti dottrinali e morali che coinvolgono perfino i responsabili dei Dicasteri vaticani…
Papa Francesco in un’occasione ha scritto che proprio là dove è presente la fragilità umana della chiesa (nei suoi ministri) è ancora più presente lo Spirito santo a dare consolazione e forza ai buoni perché non si perdano d’animo.
Invochiamo dunque su di lui lo Spirito che lo accompagni e lo guidi.