Non ero ancora venuto al Forte quando nel 1996 ci fu quella terribile inondazione con morti, dispersi, frane e sciagure varie. Anche se non ero presente rimasi ugualmente molto scosso a vedere le immagini di quella disgrazia.
Oggi ho avvertito la stessa sofferenza. Vedere in televisione i filmati e leggere sui giornali i resoconti mi ha lasciato basito. Anche gli scienziati non riescono a capire il motivo di queste sciagure che ormai da una trentina di anni, con incredibile regolarità, si abbattono sul paese travolgendo tutti e tutto.
Tutte le volte torna lo stesso ritornello: “adesso diamo una mano e poi vedremo il da farsi”. Ma il “da farsi” non viene mai specificato… Eppure dovrebbe esserci una soluzione. Non è possibile ogni volta evocare la fatalità, incolpare la natura violenta ecc.
La Bibbia, nei testi più antichi e con un linguaggio particolare, ci insegna che abbiamo delle responsabilità per quanto riguarda la custodia della terra e di tutto quello ci è stato consegnato. Tutti siamo investiti di questo dovere anche se la responsabilità maggiore sia a livello locale che mondiale ce l’hanno i politici.
Ma la politica oggi è succube dell’economia. Si cerca, ad esempio, di sfruttare i terreni per nuove costruzioni anche là dove potrebbero verificarsi disastri. I fiumi non vengono curati perché è un lavoro che non produce profitto. E così per tante altre realtà.
Un appello quindi ai politici – soprattutto a quelli delle gradi nazioni – che oltre che pensare in grande pensino anche in piccolo: soluzioni concrete per tenere lontani i disastri.