771. IN CAMMINO – questa roba qui…

Può darsi che abbia capito male…dato che andavo di fretta.

Oppure che non capisca le sfumature del linguaggio dialettale milanese cosa questa possibilissima dato che molti amici del nord non capiscono le sfumature – soprattutto quelle ironiche – della parlata toscana e in particolare pisana e livornese.

Però…

Però sono rimasto molto sorpreso nell’ascoltare una giovane mamma con bambinella noiosetta al seguito che, rivolta alla nonna, ha detto:

” Pensa un po’ tu a ‘sta roba”.

Al che la nonna ha risposto: “Ti riferisci alla bambina?”

“Sì, alla bambina” ha risposto la mamma.

Probabilmente il termine “roba” è un vezzeggiativo – infatti sia la mamma che la nonna parlavano in modo pacato – ma riferito a una bambina mi è suonato strano al limite dell’assurdo.

Come si fa a chiamare “roba” una creatura e per di più la propria creatura?

Avrei bisogno a questo punto di una spiegazione tanto per chiarirmi le idee. Anche a me, anni indietro, venne richiesta una spiegazione sull’uso della parola toscana “poverino” che nel linguaggio toscano non ha quel significato spregiativo proprio della lingua nazionale ma è quasi un “complimento” per i bambini, gli animaletti da compagnia ecc.

Il mio interlocutore di allora non rimase convinto ma capì che certe sfumature proprie del linguaggio parlato vanno sapute intendere prima di esprimere giudizi critici.

 

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