C’è l’ultima Cena nel cenacolo e l’ultima Messa nel parco delle Suore.
La prima, struggente fino alle lacrime, soprattutto quando si celebra alla presenza dei piccoli, il Giovedì santo.
La seconda, ugualmente struggente perché rinnova, nella liturgia ma non solo, la bellezza dello stare insieme con Gesù e tra noi.
Anche quest’anno ci sono state lacrime in abbondanza… Per di più la liturgia richiamava proprio una delle frasi più belle del Vangelo: “Dove due o tre sono riuniti nel mio Nome io sono lì, in mezzo a loro”.
Mentre scendeva la sera, complice la commozione determinata dal momento, avvertivamo la presenza di Gesù come già gli apostoli di Emmaus.
“Resta con noi, Signore, perché si fa sera”.
Poi la tensione si è sciolta. Ho fatto un paio di battute. C’è stato qualche sorriso e poi abbracci a non finire seppure a distanza fra i locali e gli ospiti.
Gli occhi brillavano di gioia perché eravamo tutti consapevoli che la lontananza fisica non ci avrebbe mai tolto la gioia del sentirci fratelli.