Dopo il terremoto in Marocco adesso l’inondazione in Libia. Se per il terremoto c’è poco da aggiungere perchè le disgrazie di questo tipo avvengono ovunque e al momento non ci sono spiegazioni oltre quella già conosciuta riguardante lo spostamento delle faglie terrestri per quanto riguarda le alluvioni e i cicloni c’è da dire qualcosa.
Noi comuni lettori dei giornali (siamo soliti leggerli al bar fra un cappuccino e un cornetto) e ascoltatori disattenti dei programmi TV non ci chiediamo né il perché e neppure le possibili soluzioni.
Altri invece sì e sono fior di scienziati e cultori delle scienze della natura che si preoccupano e scrivo e parlano del problema fra il disinteresse dei politici soprattutto i politici delle grandi nazioni emergenti quali Cina, India, Brasile…
La domanda che questi scienziati si chiedono se e quando riusciremo a risolvere il problema cioè a salvare il nostro pianeta.
Alcuni sono possibilisti e spiegano che con un po’ di buona volontà entro il 2050 le cose potrebbero cambiare… inmeglio.
Altri invece – ed ecco la triste novità pubblicata sui giornali specializzati in questi giorni – ritengono che ormai sia troppo tardi. Il pianeta è giunto ormai a un punto di non ritorno… l’unico calcolo possibile è quanto potrà durare la vita sulla terra prima che scompaia del tutto!
I ghiacciai delle montagne e dei poli continueranno a sciogliersi, i mari saranno sempre più caldi, l’acqua potabile sempre più scarsa e la desertificazione alle nostre latitudini sempre più vicina.
Quindi la domanda: le nuove generazioni potranno continuare a vivere in queste nuove gravi situazioni. Per alcuni sì, per altri, e sono i maggiori esperti, no!
L’articolo accennava anche al disinteresse dei politici. Ragionano proprio come noi e siccome fra 20/30 anni non ci saranno più ostentano indifferenza come se il problema non li rigurdasse.
Che tristezza!