Ieri pomeriggio, mentre l’acqua scrosciava a catinelle, ho avvertito un certo senso di disagio: in mattinata infatti, a coloro che mi sconsigliavano di recarmi al cimitero per la tradizionale benedizione (“ma dove vai, don Piero… hanno chiuso il cimitero a Querceta, a Seravezza, a Camaiore… non ti rendi conto che hai 73 anni compiuti…!) avevo risposto con sprezzante sicurezza:”E invece io ci vado a costo di bagnarmi tutto!”
Ero stato inutilmente superbo e sciocchino! E di conseguenza era subentrato il disagio.
Poi, improvvisamente, il cielo si era aperto e allora, ancora più rinfrancato, mi sono messo in cammino per il cimitero (ovviamente ben coperto e con l’ombrello per evitare di bagnarmi).
Al cimitero all’inizio non c’era nessuno. Poi pian piano si è formato un gruppo e così è iniziato il percorso della benedizione.
Ci sono state cinque soste. La prima al cimitero vecchio, poi due soste al cimitero d’ingresso, altre due alle cappelle grandi e l’ultima davanti ai piccoli loculi posti a sinistra rispetto all’ingresso.
Lo svolgimento è stato lo stesso ovunque. Dapprima il richiamo ai presenti a raccogliersi, poi la preghiera alla Madonna, la benedizione delle tombe impartita da Fra’ Enrico e infine la preghiera per i defunti. All’ultima sosta abbiamo anche cantato in onore della Madonna.
I presenti, mi pare di aver capito, sono stati contenti anche se la funzione è stata ridotta (non c’è stato il Rosario e nemmeno la predica…) per timore della annunciata tempesta d’acqua e vento.
Soltanto una persona si è lamentata perché avrebbe gradito la benedizione tomba per tomba come negli anni passati ma è stata un’eccezione.
Terminato il giro mi sono trattenuto un attimo sul cancello d’ingresso per un abbraccio e una preghiera insieme con una persona a me carissima che in questo ultimo periodo ha patito la scomparsa di ben due congiunti: era trafelata e bisognosa di una parola di conforto. Al riguardo ringrazio alcuni fra i presenti che si sono fermati con noi a pregare.
Alle 15.40 ero già in canonica e subito dopo steso sul letto perché i “punti” mi tiravano alquanto (sono ancora convalescente da tre interventi chirurgici).