882. IN CAMMINO – Auguri in anticipo…

Natale si avvicina e cominciano a pervenirmi gli auguri… alcuni via mail, altri in cartaceo altri ancora in presenza. Sono tutti molto graditi! Perché?

Perché stanno a indicare l’affetto e la riconoscenza dei “figli” nei confronti del “padre”: è ovvio infatti che se voi mi chiamate e mi considerate “padre” io mi permetto di chiamarvi e consederarvi “figli”.

Ho cercato di spiegare ai ragazzi del catechismo questo rapporto con le conseguenze che comporta ma non so se hanno capito anzi, non so se mi sono spiegato per bene.

Qualcosa comunque dovrebbero aver intuito a giudicare dal commento di una bambina: “Alla Messa di Natale “porto” anche i miei fratelli più grandi e i miei genitori così ti fanno gli auguri anche loro!”

Il verbo “portare” si usa riferimento a oggetti materiali, inanimati ma nel lessico quotidiano dei bambini è frequente anche in riferimento alle persone e quindi è accettabile.

“Anche loro” sta a indicare che i piccoli percepiscono una certa qual disaffezione dei giovani e dei genitori nei confronti della chiesa e del parroco … e, nella loro ingenuità “intelligente”, provano a rimediare.

Anch’io, nella risposta, ho fatto lo stesso: “Ma no! Anche loro mi vogliono un gran bene… solo che fra il pallone e il lavoro hanno poco tempo per venire in chiesa a pregare; so per certo che vogliono tanto bene sia a me che a Gesù!”

“Ah, davvero?”

“Certo!”

Una bugia? Sì e no: perché se l’affetto per una persona, Gesù & prete, si giudica dalla frequentazione della persona stessa sarebbe NO ma si può dimostrare affetto anche con una rapido segno di croce passando davanti alla chiesa o una mail/cartolina/abbraccio natalizio… e allora è .

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