Come forse avrete già notato all’ingresso della chiesa è presente un cartello in lingua russa. I caratteri cirillici, poco noti, precludono alla maggior parte dei curiosi di sapere cosa c’è scritto.
Quindi, per evitare di finire ancora una volta sul giornale e di offrire occasione per nuove polemiche, vi dico subito cosa c’è scritto.
C’è scritto: ambarabàcicìcoccò!
E dai… scherzo! Ora torno a essere serio… anzi serissimo!
Siamo nella settimana dedicata alla preghiera per l’unità dei cristiani. Nella nostra comunità cittadina ci sono molti residenti di fede ortodossa. Fra questi alcuni sono a me legatissimi. Ho pensato quindi a loro nel momento in cui si è trattato di organizzare questa settimana.
Dunque ho esposto l’icona di San Serafin di Sarov (che vanta devoti sia ortodossi che cattolici) con tanto di cartello in lingua italiana e in lingua russa a spiegare l’iniziativa e favorire l’incontro di preghiera fra le due comunità.
In altre unità pastorali hanno optato per iniziative diverse. A Seravezza, ad esempio, hanno scelto di far visita alla comunità ortodossa di Corvaia… alle 19.00 di Domenica prossima. Per noi ho ritenuto più opportuno esporre l’icona.
Tutti qui!