In questa settimana preghiamo per l’unità fra i cristiani delle diverse confessioni religiose: cattolici, ortodossi, protestanti, anglicani ecc.
Nella nostra parrocchia sono presenti numerosi cristiani ortodossi. Di questi alcuni – pochi a dire il vero – sono russi. Altri – stavolta assai numerosi – sono ucraini, bielorussi, moldavi, serbi, montenegrini ecc.
Alcuni ortodossi fanno riferimento al Patriarcato di Mosca, altri invece a quello di Costantinopoli, altri ancora ai rispettivi Metropoliti nazionali.
I protestanti sono pochissimi e anglicani ancora meno. Nel Vicariato versiliese sono presenti anche evangelici (molto attivi nei canti…) e valdesi (attivi nelle opere di carità).
Una volta l’anno ci troviamo insieme per pregare o, quando non è possibile per motivi logistici, restiamo nelle nostre rispettive chiese ma uniamo le preghiere.
Qui al Forte ho ritenuto opportuno scegliere la seconda possibilità: abbiamo esposto con solennità e tanto di cartello bilingue pubblicato sui social l’Icona di San Serafin di Sarov invitanto tutti coloro che frequentano la chiesa e il paese a unirsi nella preghiera. E così è stato. Pure con buoni risultati.
Il vicariato della mezza-montagna (Seravezza e Ripa) ha scelto di pregare insieme con la comunità ortodossa che si raccoglie della chiesa di Corvaia, affidata a un sacerdote ortodosso.
È stato un bel momento sia dal punto di vista religioso che umano: bei canti e tanto affetto tra i presenti, appartenenti alle due famiglie religiose.
Io sono arrivato in ritardo: era la prima volta che ci mettevo piede e, sorpreso dai cartelli che vietavano l’accesso al paese, stavo per tornare indietro quando ho scoperto casualmente un ulteriore varco e sono riuscito a presenziare per una buona mezz’ora.