906. IN CAMMINO – In … terra

Ieri mattina i miei nipoti Paolo (il papà) e Andrea (il bimbo), nell’andare in due sulla stessa bici verso la scuola,  sono finiti … in terra!

Sono finiti entrambi in ospedale, il primo con ferite al volto e il secondo con un dentino scheggiato più qualche contusione. Al momento Paolo è ancora ricoverato mentre il bimbo, sebbene dolorante, è già a scuola.

L’episodio mi ha fatto tornare in mente un episodio analogo della mia ormai lontanissima infanzia che ebbe come sfortunato protagonista mio fratello Gino, papà di Paolo e nonno di Andrea.

All’epoca eravamo in affitto a Navacchio in una abitazione di proprietà dei signori Cupìti. Al piano terra c’era la cucina, un piccolo salotto, una grande sala d’attesa e lo studio di mio zio Varese, allora medico del paese. Mia madre fungeva da assistente: “segnava” le visite domiciliari, dispensava consigli medici e provvedeva alle iniezioni.

Quella mattina entrò nella “corte” un’auto sconosciuta che recava a bordo, infagottato in una camicia a righe, un giovanottino che perdeva sangue dal volto, assistito amorevolmente da una coppia.

Mia madre, dato che il dottore era in visita domiciliare agli ammalati, si precipitò fuori per indirizzare i signori alla vicina “Misericordia” dove le Suore prestavano servizio infermieristico.

Io, piccolissimo, trotterellavo dietro alla mamma.

All’improvviso il giovanottino infagottato ecc. disse: “Mamma!”

Era mio fratello Gino che, scendendo in bici da Montemagno, era finito in un campo agricolo contornato da filo spinato sciupandosi quindi il volto in modo incredibile e perdendo molto sangue. I signori dell’auto erano stati costretti a cambiargli la camicia, insanguinata, per poi accompagnarlo a casa.

Da quel momento in poi non ricordo altro se non il pianto di mia madre e l’accorrere della nonna Giulia con l’acqua ossigenata, dei signori Cupìti e di altre famiglie del vicinato. Penso siano state cure efficacissime perché sul volto di mio fratello non era rimasta traccia di quella brutta disavventura.

Forza, Paolo e Andrea, lo zio Piero veglia su di voi!

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