Questa mattina è venuto padre Enrico per predicarci il ritiro di Quaresima.
Eravamo 12 sacerdoti e tre diaconi a partecipare all’incontro che si è tenuto alla casa di spiritualità della Diocesi di Pisa alla Rocca di Pietrasanta.
Padre Enrico è l’esorcista della Diocesi di Massa-Carrara da una ventina d’anni. Prima di allora esercitava lo stesso servizio nella Diocesi di Verona. È una vocazione”adulta” come si suol dire cioè è diventato prete dopo aver lavorato da ingegnere per circa dieci anni.
Ha commentato alcuni passi del Vangelo fra questi il passo in cui una povera vedova chiede al giudice avere giustizia dal suo “avversario” e quello in cui Gesù ci invita a pregare per essere liberato dal “Male”.
Come avete già intuito il discorso ha riguardato la necessità di invocare – nella preghiera – la protezione del Signore dalle insidie del demonio che studia in tutti i modi di allontanarci da Lui.
Nella mia “carriera” di sacerdote ho partecipato a molti ritiri spirituali ma mai come stamani avevo avvertito nei confratelli tanta attenzione e partecipazione alla riflessione.
Sarà che in questi ultimissimi giorni abbiamo ascoltato alla televisione di eventi delittuosi che hanno coinvolto sedicenti esorcisti o forse per altri motivi ma davvero l’attenzione era palpabile.
Fra i particolari che mi hanno colpito quello che segnala, a fronte di circa 300 esorcisti riconosciuti dalla Chiesa, la presenza di ben trecentomila guaritori/sedicenti esorcisti/fattucchiere ecc.
Siamo letteralmente circondati da invasati che pretendono d’essere quello che non potranno mai essere in quanto vittime loro stessi – forse inconsapevoli – dell’inganno del demonio.
Anche noi sacerdoti dobbiamo essere molto attenti a non fare quello che non ci è consentito di fare per evitare errori clamorosi! L’esorcista, per essere tale, deve essere abilitato dal Vescovo e “lavorare” sempre d’intesa col medico. Questo non per escludere qualcuno ma proprio per rispetto al servizio, delicatissimo.