Il 3 Aprile u.s., a pochi giorni dalla scomparsa della moglie, è deceduto anche il prof. Romano Molesti. L’ho suffragato ieri, nel trigesimo, nel corso della Messa parrocchiale aggiungendo pure una parola in ricordo dal momento che erano presenti in chiesa due professori dell’Università.
Avevo conosciuto il prof. Molesti nell’occasione della pubblicazione di un mio libro inerente il Magistero sociale dei Vescovi Pisani (Maffi, Vettori, Camozzo e Matteucci). Aveva espresso un giudizio benevolo sul mio lavoro pur aggiungendo qualche nota critica che avevo accolto con rispetto vista la sua competenza.
Nel libro in questione, scrivendo del Card. Maffi, avevo delineato la figura del prof. Toniolo accennando pure ad alcuni professori della Facoltà di Economia dell’Università di Pisa che, negli anni, avevano portato avanti il suo insegnamento. Fra questi il prof. Guido Menegazzi, dapprima docente a Pisa e successivamente a Padova e Verona.
Così quando, causalmente, mi imbattei nel manifesto funebre che partecipava la morte del suddetto professor Menegazzi decisi di studiarne il pensiero economico e in particolare il “solidarismo economico”.
Giancarlo Lodovichi e Romano Molesti, entrambi allievi di Menegazzi, mi fecero da maestri offrendomi pure il materiale per una mia nuova pubblicazione che uscì nel 1991 col titolo “La teoria economica solidarista di Guido Menegazzi alla luce del Magistero sociale di Giovanni Paolo II”.
Molesti, grazie alla disponibilità delle signora Francesca Menegazzi, mi aveva fatto pervenire, in fotocopia dagli originali, alcuni documenti importanti della corrispondenza del Menegazzi con padre Agostino Gemelli, mons. Giovan Battista Montini (il futuro Paolo VI), Fanfani, Moro, Barbieri, Guitton, Ferrari Aggradi, il card. Siri ecc. che confermavano la sua importanza nel panorama accademico del anni ’60 e che mi furono utilissimi per la ricerca e la pubblicazione.
Subito dopo, nominato parroco a Forte dei Marmi, non ebbi più tempo per la ricerca e nemmeno per la collaborazione col prof. Molesti che però continuò a seguirmi fino a cooptarmi come consigliere “speciale” (nel senso di limitato a certi servizi) nell’Istituto di Studi Tonoliani che lui presiedeva. In questa veste ho seguito i lavori dell’Istituto partecipando ad alcune sedute via zoom del Consiglio direttivo.
Non so, al momento, come evolveranno le cose… la filiale pisana dell’Istituto potrebbe continuare ad avere vita autonoma con un nuovo Presidente oppure essere inglobat nella Fondazione Toniolo. Per parte mia continuerò a proporre ai giovani delle scuole della Versilia l’insegnamento di questi grandi economisti cattolici.