IN MEMORIA DI DON ANTONIO

vallecchia 2Il carissimo don Antonio Vincenti, parroco di Vallecchia, è mancato oggi, 22 Marzo, all’alba, dopo una breve malattia.

Dopo il ricovero ospedaliero seguito al malore della settimana passata era stato accolto in Villa Manzoni per la convalescenza ma il male, evidentemente non diagnosticato, ha preso il sopravvento e in pochi momenti lo ha sconfitto.

Don Roberto, insieme con i famigliari, lo ha amorevolmente seguito fin dall’inizio; con lui molti altri amici si sono prodigati. A loro va la riconoscenza dell’Arcivescovo e mia personale.

Alla comunità di Vallecchia le condoglianze più sentite e sincere.

AUGURI

colomba

Un caloroso AUGURIO di Buona Pasqua a tutti i componenti il Consiglio Pastorale di Vicariato, ai catechisti e a tutti gli altri collaboratori inclusi naturalmente i famigliari.

Gli impegni della Quaresima (per noi sacerdoti soprattutto la benedizione delle famiglie) non ci hanno permesso di vederci più di tanto.

Nonostante questo ci sentiamo molto uniti nella preghiera e nella carità reciproca.

Dopo Pasqua riprenderemo gli appuntamenti consueti. A presto,

I sacerdoti del Vicariato con don Piero

 

HIC EST CARITAS

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DI DON PIERO MALVALDI

Ho scritto questo articolo per il bollettino parrocchiale, al ritorno dal pellegrinaggio alla “porta santa” della cattedrale di Pisa dove abbiamo celebrato la liturgia giubilare propria dell’anno santo della misericordia indetto da Papa Francesco.Non ho avuto però spazio per pubblicarlo nei tempi dovuti. Lo propongo dunque oggi certo di farvi cosa gradita.

 

Forte dei Marmi, 21 Gennaio 2016

Cari parrocchiani,

fin da stanotte ho avvertito una forte emozione per l’evento che avrei vissuto in giornata ricordando le mie precedenti esperienze. Indimenticabile, ad esempio, la corsa notturna a Roma con Umberto e il carissimo dottor Michele Aliboni, già colpito da una crudele malattia che lo avrebbe portato alla morte di lì a poco, con la fila dei pellegrini che si apriva per lasciarci passare, noi inginocchiati in terra e lui sulla carrozzella con gli occhi velati dal pianto, tutti insieme a chiedere perdono al Signore; e poi la gioia nel momento del congedo e il pranzo con alcuni amici “onorevoli” in un signorile ristorante a un passo da Montecitorio!

Siamo dunque partiti dal Forte in un clima festoso da gita scolastica, per intenderci, con il sole alto nel cielo a scaldarci dal clima gelido. Tutto si è svolto secondo quanto avevamo programmato: l’ingresso al parcheggio a prezzo scontato in quanto “pellegrini” e poi il tragitto a piedi, in compagnia di un folto gruppo di occhi-a-mandorla, fino alla Cattedrale.

Se dicessi che non sapevo da quale parte iniziare il discorso non sarei troppo lontano dal vero: non sono molti infatti a conoscere con precisione la “dottrina” sul giubileo. Per lo più si limitano a conoscere il significato di “confessione”, “penitenza” e “perdono”. Altri termini quali appunto “giubileo”, “indulgenza”, “attrizione” “contrizione”, “soddisfazione”, “pena”ecc. che pure sono termini teologici essenziali risultano ai più completamente oscuri.

A ciò si aggiunga il fatto che certi episodi della storia della chiesa, conosciuti in modo approssimativo, hanno pesantemente e purtroppo negativamente influito sul significato autentico del giubileo e in particolare dell’indulgenza.

Ad esempio non più tardi di qualche giorno addietro mi sono sentito dire dal mio amico XYZ, simpatico ma miscredente: “ Non la finite più con queste menate sulle indulgenze…! Non vi è bastato Lutero? Parlate della misericordia come fa Francesco (sarebbe il Papa) e lasciate perdere il resto”.

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