Ctachesi per i nubendi 3

Entriamo adesso nel vivo dell’argomento presentando la celebrazione. In genere i nubendi si presentano con un libretto scaricato da internet in cui vengono riportati tutti i cari passaggi del rito. In alcuni casi hanno già provveduto anche a stamparlo (anche con errori di stampa clamorosi tipo aver mantenuto i nomi degli sposi… di cui hanno copiato il libretto).  Il libretto, dico la verità, serve a poco. Forse potrà restare come ricordo ma durante il rito non viene mai aperto, né dai presenti, né dagli sposi, se non (forse) al momento delle letture bibliche.

È meglio quindi aspettare un momento e provare a leggere alcune fra le letture proposte dalla liturgia e poi, magari, scegliere. Personalmente amo molto quattro pagine (due dell’Antico Testamento, una di San Paolo e una dal Vangelo di San Matteo) che vi presenterò e vi spiegherò oggi stesso e nelle prossime tre lezioni.

La prima pagina è tratta dal libro di Tobia, un testo sapienziale (sono racconti di fantasia con insegnamenti morali) molto conosciuto e amato. Il contesto narra di un certo Tob-ya senior, uomo giusto e pio, che all’improvviso si trova ammalato e povero. Nonostante questa triste condizione si mantiene fedele a Dio pregandolo con fervore ed esorta i suoi cari, la moglie e il figlio a fare altrettanto. Dato che la situazione si fa drammatica chiede al figlio, Tob-ya junior, di recarsi da un amico per riscuotere un credito.  Nello stesso momento nel lontano paese ove il giovanotto stava per recarsi era in atto un dramma spaventoso: una ragazza, Saraj, vittima del chiacchiericcio delle amiche (era stata sposata 7 volte e tutti i mariti erano morti la prima notte di matrimonio), aveva deciso di suicidarsi salvo poi ripensarci per non dare ulteriore dolore al papà. Anche lei, superato il momento di disperazione, si era affidata al Signore.

Tob-ya j., giunto al paese dell’amico creditore, viene accolto con affetto, tranquillizzato circa il credito e invitato a trattenersi per qualche giorno di riposo. Senonché si innamora, ricambiato, della giovane Saray. Il papà della ragazza, Ragu-el , capisce e fa di tutto per distoglierlo ma, di fronte al diniego del giovane, acconsente al matrimonio dei due giovani.

La prima notte di nozze i due giovani sono terrorizzati temendo, l’uno la morte e l’altra l’ottava vedovanza. Ma invece tutto va buon fine.  Infatti prima di unirsi si inginocchiano e pregano insieme. Ecco un passo del testo: “ Saray, sorella mia, alziamoci e preghiamo. Raccolti ai piedi del letto coniugale pregarono dicendo: O Signore, tu lo sai che ho preso in moglie questa cara ragazza con rettitudine di intenzione: ho bisogno di un po’ di compagnia e vorrei anche avere dei figli per insegnare loro ad amarti come da sempre usa nella mia famiglia. E Saraj aggiunse: Proteggici Signore: avrei tanto desiderio di invecchiare accanto a quest’uomo. Detto questo i due giovano rientrarono nel letto e riuscirono a consumare il matrimonio… ecc.”

Qual è l’insegnamento? Mi sembra sia ovvio. Quando si mette su famiglia bisogna – INSIEME – fare riferimento a Dio, nel bene ringraziandolo, nel male invocandolo. E il Signore ascolta ed esaudisce la preghiera degli sposi. Sempre!

 

 

Catechesi per i nubendi 4

Ieri ho presentato e commentato un passo del Libro di Tobia. Oggi voglio fare lo stesso con una pagina del Cantico dei Cantici. Devo fare però una premessa perché il Cantico, per una presentazione un po’ ai limiti fatta dal noto attore R.BENIGNI durante l’ultima edizione del Festival di San Remo, è conosciuto in modo “romanzato”.

È vero che l’ebraico antico non ha la ricchezza terminologica delle nostre lingue occidentali (a cominciare dal greco e dal latino) ma trasformare il significato oggettivo delle parole non è corretto. Com’è possibile che “gote rosse” possa essere tradotto con “natiche sode” oppure “porta di casa” con “vagina”? È evidente che l’attore ha reso volutamente pruriginoso il testo per motivi di audience!

È vero che il testo presenta l’amore fisico, erotico, tipico della fase giovanile, dal “desiderio” al “possesso carnale”. La Bibbia non stende veli puritani sull’amore dell’uomo e della donna anzi lo riconosce e lo esalta.

Ma presenta pure gli altri aspetti dell’amore, stavolta propri dell’età adulta/matura senza i quali l’eros perde significato. Non siamo animali. Siamo sì sollecitati dall’istinto sessuale ma conosciamo pure la fraternità, la simpatia, la relazione emotiva e tutto ciò che va sotto il nome di assistenza morale che rende l’amore ricco e bello in ogni fase della vita.

Al riguardo un episodio che a suo tempo, i primi anni che ero al Forte, mi fece commuovere. Ero andato a far visita a un anziano degente in ospedale. Allora non c’erano tre cappellani fissi in ospedale e quindi noi parroci andavamo più spesso a far visita agli ammalati senza timore di creare disagio ai cappellani. Mi trovai dunque davanti a una scena indimenticabile. Lui che, ormai morente, con l’indice toccò le proprie labbra per poi sfiorare le labbra della moglie che lo assisteva amorosamente.

Veniamo adesso alla pagina che mi interessa presentare e che giustamente viene proposta durante la celebrazione del matrimonio.

LUI: “Alzati, amica mia, mia bella e vieni, mostrami il viso e fammi sentire la tua voce perché la tua voce è soave e il tuo viso è leggiadro… Tu mi hai rapito il cuore, con un solo tuo sguardo…”

LEI: Mettimi come sigillo sul tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio. Perché forte come la morte è l’amore, le sue vampe sono vampe di fuoco. Io appartengo al mio amato e lui appartiene a me…”

2. IN CAMMINO “Santa Rita”

Ieri ho cominciato a scrivere molto tardi perché avevo il computer occupato. Ero riuscito soltanto a scrivere la lezione n° 14 per i nubendi.

Oggi invece non scrivo né per voi, né per i nubendi perché è un continuo venire di fedeli per la benedizione di santa Rita. Di questo ovviamente sono molto felice.

In più devo fare avanti e indietro per rimediare alla malefatte di un piccione che si è insediato in chiesa e non ne vuol sapere di uscire. Non è la prima volta che succede, purtroppo…

A domani, dp