Catechesi per i nubendi 7

Terminate le letture bibliche e conclusa la breve predica inizia il RITO del matrimonio che comprende, nell’ordine, (1) le domande, (2) le promesse matrimoniali, (3) lo scambio degli anelli e (4) la lettura degli articoli del codice civile.

Le DOMANDE sono tre. La prima riguarda la libertà e la consapevolezza degli sposi nell’accedere al matrimonio. La seconda la fedeltà matrimoniale e la terza la disponibilità all’accoglienza della prole. A queste tre domande gli sposi rispondono all’unisono: SÌ

La PRIMA e la TERZA domanda non hanno bisogno di troppe spiegazioni. Tutte le coppie che si presentano, senza eccezioni, sono consapevoli dell’importanza del passo che stanno per compiere e disponibili ad accogliere i figli.

La SECONDA DOMANDA invece richiede qualche spiegazione perché le separazioni, purtroppo, sono assai frequenti e quindi è necessario spiegare per bene quali sono e come si possono risolvere i motivi di conflitto più comuni alle giovani coppie.

Il primo motivo di conflitto è la differenza del carattere che, com’è noto, è un “dono” o un “difetto” di natura: ognuno ha il suo e non può mutare in alcun modo. Quindi è perfettamente inutile litigare per motivi legati al carattere: sarebbe tempo perduto. Vale la pena piuttosto di pregare perché i figli non abbiano lo stesso brutto carattere del papà o della mamma.

Il secondo motivo dipende dalla presenza ingombrante dei rispettivi genitori che tendono -per amore, naturalmente- mantenere il loro ruolo di padre/padrone e madre/chioccia. I giovani hanno bisogno della loro libertà. I giovani sposi dovranno quindi, con educazione ma anche con fermezza, richiamare i propri genitori al rispetto della distanza.

Il terzo motivo è il lavoro. Quando c’è saltano i nervi per lo stress; quando manca saltano ugualmente per la frustrazione. In questo caso ci vuole molta comprensione e tenere la bocca chiusa in attesa che il nervoso sfumi.

Il quarto è l’infedeltà. Purtroppo siamo esseri umani e la forza dell’istinto ci rende assai fragili al riguardo. Poi ci si mettono gli/le “sciupa famiglie”, persone ignobili che, avendo la famiglia distrutta, si divertono per puro divertimento a distruggere le famiglie altrui. Un po’ di preghiera in comune o la visita a un santuario insieme con i figli o anche soltanto qualche giorno di ferie possono aiutare a superare il momentaccio. In ogni caso è sempre bene ricordare il detto che suona: “l’erbetta del giardino del vicino è sempre più verde ma è spesso piena di formiche ‘rosse’ ” (quelle più cattive!)

Il quinto… i figli! Quando sono ragazzi bravi, diligenti, rispettosi sono il “cemento” della famiglia. Quando invece sono teppistelli o addirittura delinquenti la famiglia ne soffre fino a sfaldarsi. Invece di litigarsi è opportuno chiedere aiuto – insieme – a chi è in grado di dare una mano.

Questi 5 motivi sono i più frequenti.Naturalmente ce ne possono essere anche altri. In tanti anni di servizio parrocchiale me ne sono capitati di tutti i colori: crisi di nervi, problemi di droga e alcool, disfunzioni sessuali …

Come si risolvono. Già l’ho accennato. Aggiungo soltanto che è, a mio parere, è inutile andare a cercare questo o quello per risolvere i propri problemi. Uno sa già in partenza cosa gli verrà suggerito a seconda di chi sceglie come interlocutore. Vale la pena di ritagliarsi un po’ di tempo per stare insieme senza l’assillo dei figli, dei genitori e di tutto il resto e chiarirsi le idee e dire: “scusa, ho sbagliato” e rispondere “ti perdono”.

La “Grazia” che Gesù assicura a chi si sposa in chiesa farà il resto.

 

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