Prima di entrare in argomento vi raccomando di tenere gli occhi aperti e di segnalarmi chi fosse in necessità. Infatti mi risulta che, oltre alle famiglie che aiutiamo normalmente, ce ne siano altre in difficoltà. È vero che non abbiamo molta disponibilità, è vero che le nostre “dame” sono per lo più anziane e non posso quindi mandarle in giro per il paese ma qualcosa si può fare ugualmente appoggiandoci alla Croce Verde. Invitate le persone a leggere chiesadelforte.it a scrivermi su [email protected] o a telefonarmi 0584.89890.
L’argomento che voglio proporvi oggi riguarda il nostro passato: l’epidemia della “spagnola” che colpì anche il nostro paese nell’estate/autunno del 1918. Infatti scorrendo i libri d’archivio ho trovato traccia della drammaticità dell’evento. Il 4 Marzo del 1918 morì un giovane reduce per sfinimento dovuto alla guerra di trincea. Lo sfinimento richiese un ricovero all’ospedale militare di Livorno dove morì senza che venisse formulata una diagnosi precisa. Venne tumulato nel nostro cimitero nei giorni successivi.
Nei mesi successivi e in particolare nei mesi di Luglio e Agosto ci fu una vera e propria strage degli innocenti con ben nove tra adolescenti e ragazzi che morirono tutti per “febbre alta” nonostante le cure mediche.
Il 4 Ottobre il “cappellano” dell’epoca, don Egisto Salvatori, registrando la morte del giovane “Alfredo Lazzotti di anni 24”, dà per la prima volta a questa ignota patologia il nome di “fiero morbo” e la dizione si ripete per altri nostri 10 concittadini di allora, tutti molto giovani e tutti “morti di fiero morbo”.
Il priore di allora, Mons. Raffaello Galleni, firma con la sua calligrafia incerta visto che era ormai molto anziano, tutti i documenti di morte di questi poveri ragazzi e giovani che accoglie in chiesa per una semplice benedizione (proprio come oggi) e affida alla Compagnia per la tumulazione. Dalla fine di Novembre in poi non ho più trovato traccia!
Anche allora venne “scoperta” la venerata immagine dell’ Addolorata a lenire il dolore di chi aveva perduto i propri cari e a dare coraggio per guardare avanti.
Come sempre, il Signore vi + benedica.