Cari amici, siamo nei giorni delle QUARANTORE: tre giorni di Adorazione Eucaristica che da sempre si tengono nella nostra Parrocchia di Forte dei Marmi. Non si tengono nella chiesa parrocchiale ma nella chiesetta delle Suore alla presenza delle stesse e del sottoscritto.
Ieri vi ho spiegato come è nata, anticamente, questa forma speciale di preghiera per poi mettere a fuoco la benedizione eucaristica impartita dal Papa al mondo intero e il commento, essenziale ma preciso, del professor D’Avenia che scrive sul Corriere della sera ogni Lunedì. Chiudevo l’articolo invitandovi a un momento di preghiera eucaristica con le parole che negli anni passati i bambini di Prima Comunione cantavano durante la Processione del Corpus Domini.
Oggi vorrei proseguire sull’argomento ma prima vi chiedo la cortesia di seguire con dedizione i vostri ragazzi pregando insieme con loro e aiutandoli anche a capire certi termini. Già confondevano la “Quaresima” con la “Quarantena“: se oggi ci aggiungiamo le “Quarantore” mi rendo conto che finiranno per non capirci più niente. Cercate quindi di spiegare questa nuova parola in modo semplice tipo: “È come se don Piero stesse con l’Ostia Santa alzata fra le mani per tre giorni”.
Adesso un pensiero sull’Adorazione Eucaristica per voi grandi. Noi siamo pienamente consapevoli che quel poco di pane e di vino che vengono consacrati durante la Messa sono segno “reale” della presenza e del dono di sé di Gesù. Nel momento in cui il pane e il vino vengono consacrati con le parole stesse di Gesù “tutti” i presenti alla celebrazione, dai più piccoli ai più grandi, si fermano in adorazione.
È il momento più sentìto della Messa sia da parte del prete che dei fedeli. Suona il campanello e tutti si inginocchiano, si raccolgono in un perfetto silenzio, guardano con uno sguardo amorevole l’Ostia santa e il Calice che il sacerdote alza pian piano e formulano una espressione d’amore e di fede ( la più conosciuta è quella dell’apostolo Tommaso “mio Signore e mio Dio” perché imparata al catechismo”).
Ma quando l’Ostia santa si ripone nel Tabernacolo non è così. Si entra in chiesa come se niente fosse ecc. eppure Gesù è ancora presente! Non parliamo della processione del Corpus Domini: l’unico momento di vera concentrazione e di preghiera è quando, all’incrocio, si benedice il mare! E questo purtroppo vale anche per me, distratto come sono!
E così, durante l’Adorazione Eucaristica del Mercoledì mattina o durante le Quarantore quando l’Ostia santa viene esposta solennemente, cosa facciamo? Riusciamo davvero a concentraci e a dire qualcosa a Gesù? Dobbiamo essere sinceri: se durante la Consacrazione che dura un attimo ci riusciamo… durante le lunghe ore di Adorazione NON ci riusciamo: la mente vaga ovunque, ci vengono i pensieri più strani in testa, non riusciamo a rivolgere niente di amorevole a Gesù. Eppure è lo stesso Gesù della consacrazione.
Stiamo arrivando al punto. Cosa fare allora? I libri ci aiutano poco perché esprimono l’amore per Gesù con parole che non ci appartengono: presentano sì con chiarezza teologica il Mistero ma non ci sono d’aiuto per incontrare spiritualmente il Mistero.
Io penso che, per riuscire a pregare davanti all’Eucarestia, sia necessario seguire un ordine ben preciso e poi affidarci oltre che alla mente anche alla volontà, ai sensi e soprattutto al cuore.
Ordine cosa vuol dire? La chiesa ci insegna che, iniziando il nostro momento di Adorazione Eucaristica, dobbiamo riconoscere umilmente i nostri peccati (I superbi stanno antipatici al Signore) con semplici parole tipi: “Signore Gesù, abbi pietà di me peccatore”; e subito dopo invocare lo Spirito santo (è la voce stessa del Signore che parla alla nostra coscienza e ci suggerisce cosa dire): “Fai o Signore che riesca a esprimere al meglio il mio amore per te”. A quel punto, con spirito filiale possiamo presentare mentalmente le nostre richieste d’aiuto, le nostre intercessioni ecc.
E, affidarci alla volontà, cosa vuol dire? Succede che quando, dopo pochi momenti di Adorazione ci accorgiamo di esserci distratti per l’ennesima volta, ci viene voglia di uscire… Invece di uscire conviene fermarsi, inchiodarsi alla panca e dire: “Signore mio, non so proprio cosa dirti… ti offro però il mio tempo. Ti prego di accogliere come preghiera questo tempo che passo davanti a te”
Domani provo a spiegare la preghiera dei sensi e del cuore. Sapete che vi scrivo non da maestro ma da fratello. Quindi prendete queste mie note come segno d’affetto.
Il Signore vi + benedica, dp