Cari amici, siamo già al 38° giorno di chiusura. Io, al momento e con l’aiuto di qualche tranquillante, tengo. Spero che anche voi siate in buona salute e soprattutto spero che questo momento terribile possa finalmente passare.
Un breve pensiero per voi grandi e poi passo subito al catechismo. Il pensiero lo dedico a tutti e in particolare ai genitori. Ho letto sul giornale che in questi giorni di epidemia i MEDICI cristiani sono stati autorizzati a portare la Comunione ai propri ammalati in terapia intensiva. Il Corriere, nella cronaca regionale, racconta l’esperienza di uno di questi medici, credente ma fino a oggi poco praticante, che nell’amministrare il Sacramento gli è venuto da piangere nell’osservare la fede di chi lo riceveva. E aggiungeva che, da medico, capiva che la fede e quindi il ricevere la Comunione era importante per gli ammalati quasi come l’ossigeno… Un’esperienza bellissima che anche in paese alcuni stanno sperimentando portando la Comunione a casa ai loro familiari, anziani e ammalati. Portare Gesù! Un impegno non da poco ma alla portata di tutti coloro che hanno fede e un briciolo di cuore.
Ma anche i genitori che insegnano il CATECHISMO ai propri figli stanno facendo un servizio a Gesù. Noi sacerdoti non possiamo fare più di tanto e quindi ci affidiamo ai GENITORI nella speranza che prendano sul serio questo invito e lo vivano con il cuore.
Ricordiamoci che si fa un servizio a Gesù anche aiutando chi è in necessità. Come faccio io, dalla canonica, a sapere chi è in difficoltà? Mi raccomando quindi a voi: aprite gli occhi, osservate se c’è qualcuno che ha bisogno e poi fatemelo sapere. Le “dame” della Caritas San Vincenzo, i volontari della Croce Verde, i Vigili urbani sono pronti a collaborare a patto di sapere… Con questo non voglio dire che dobbiamo violare la privacy delle persona ma metterci in ascolto, come i medici e come i genitori/catechisti con un po’ di cuore.
Permettetemi un pensiero anche sui miei confratelli. Molti, oltre cento, sono morti “in servizio”, sì al servizio delle anime. Ancora di più le suore. Hanno donato la vita a Gesù, prima rispondendo alla vocazione, poi restando in servizio fino all’ultimo giorno di vita. Alcuni preti (moltissimi fra noi hanno anche titoli civili che permetterebbero un’altra professione) sono tornati in servizio oltre che come consacrati anche come professionisti: medici, infermieri, operatori sanitari, psicologi, pedagogisti, informatici, biologi, chimici ecc. si sono nuovamente iscritti all’Albo della propria disciplina per aiutare… Un bell’esempio anche questo!