Cari amici, la Pasqua è passata lasciando nel nostro cuore di credenti la gioia per la risurrezione di Gesù che anticipa la nostra. Anche se in modo diverso rispetto al consueto “abbiamo fatto Pasqua”, pregando e gustando la gioia dello stare insieme con i nostri cari.
Nel video, presente nella sezione riservata, ho illustrato ai piccoli i segni della Pasqua: l’icona lignea della risurrezione, il cero pasquale, la brocca dell’acqua benedetta, i fiori, le uova, il crocifisso “fiorito”, il vangelo. Mi sono soffermato più a lungo poi sul tabernacolo ove di conserva il “pane consacrato” presenza reale di Gesù in mezzo a noi. In quel momento, mentre si spandeva il profumo dell’incenso, abbiamo rivolto al Signore le nostre invocazioni affidandole come sempre alla voce dei nostri bambini. Ha fatto seguito poi la benedizione e il suono festoso delle campane.
Vi invito, cari genitori, a visionare il video con i vostri figli e a spiegarlo con le vostre parole senz’altro più pertinenti delle mie.
Per voi grandi che benevolmente ogni giorno vi mettete in ascolto del vostro parroco una citazione tratta dalla “storia ecclesiastica” del grande Eusebio (nel caso vi interessasse controllate su internet) che riporta un brano di Dionigi d’Alessandria.
L’ho cercato e ve lo propongo perché ieri, stando in chiesa (*) come ogni giorno intento a Confessare e a dare la Comunione mi sono sentito dire tante volte che quella di quest’anno è stata una Pasqua “triste”. Ecco dunque il racconto:
” Dionigi, vescovo di Alessandria in Egitto verso la metà del III secolo (250 dC), racconta di una celebrazione della Pasqua avvenuta all’epoca della persecuzione dell’Imperatore romano Decio. Si trattò di una Pasqua celebrata non nei luoghi di culto ma in ogni luogo dove si soffriva… eppure la Pasqua fu celebrata! Fu celebrata non con dei riti, ma attraverso la tribolazione dei cristiani, tribolazione che li unì, nel modo più forte che ci potesse essere, al passaggio di Gesù Cristo dalla morte alla vita. Dapprima siamo stati esiliati e da tutti perseguitati e condannati a morte; tuttavia abbiamo celebrato anche allora la festa pasquale. Ogni luogo dove si soffriva, fosse esso un campo, un deserto, una galera (nave dove i prigionieri venivano legati ai remi), una locanda, un carcere, diveniva come un tempio per le assemblee sacre; i martiri perfetti (cioè quelli che venivano uccisi) celebravano la Pasqua più perfetta di tutte, partecipi del convito del cielo”.
Anche la nostra Pasqua, nonostante tutto, è stata una Pasqua BELLISSIMA perché abbiamo sentito il Signore più vicino di sempre. + don Piero
(*) Ogni giorno, dalle 11.30 alle 12.30 e dalle 17.30 alle 18.30 sono in chiesa per distribuire la Comunione.