Cari amici, nella mia riflessione di ieri, soprattutto quella che ho proposto nella predica televisiva ( se ti interessa cercala nell’articolo precedente ) ho spiegato che il “credere” poggia sul “vedere”. Noi siamo razionali, logici … non possiamo rinunciare all’intelligenza anche nelle questioni spirituali. La fede però, quindi il credere, ci aiuta a vedere meglio.
È questo il senso dell’asserto teologico: “Gratia supponit naturam: non destruit sed perficit eam“. Non distrugge ma perfeziona! Per i piccoli (*), come esempio, ho aggiunto che il credere è un vedere “con gli occhiali”. Aggiungendo che questi “occhiali” non deformano la realtà ma piuttosto riescono a focalizzarla meglio.
(*) Però gli esempi, quando si tratta di presentare argomenti seri, sono sempre imprecisi… d’altra parte io ho il dovere morale di far capire tutti e in particolare più piccoli. Perdonate quindi qualche sbavatura teologica!
Aggiungo questa mattina una ulteriore riflessione in riferimento al Vangelo di ieri in particolare al punto in cui si legge di Gesù ” in mezzo ” ai suoi.
Ho riflettuto, scrive S.P., su un altro aspetto. Il Cristo che entra ” a porte chiuse”, che se ne infischia delle porte chiuse ed entra nella nostra quotidianità, quale che essa sia, la condivide anzi si mette ” in mezzo “.
STA IN MEZZO. A volte ci sembra ingombrante ma Lui continua a stare in mezzo. Poi capita che lo cerchiamo e allora siamo contenti che si è messo in mezzo. E quando ci sembra che sia andato da un’ altra parte, eccolo che ritorna come e quando è tornato per farsi vedere da Tommaso e, di nuovo, sta in mezzo. “Ecco io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo”: non nel cielo, sopra di voi, come un sorvegliante o uno che aspetta, ma in mezzo.