123. IN CAMMINO – Paolo Magri

È degente in ospedale già da qualche giorno per un ictus che, per fortuna sta rientrando. A giorni dovrebbe entrare in clinica a Bicchio dalle Barbantine per la riabilitazione.

Ieri sera mi ha chiamato ed era un po’ mesto ma combattivo. Non vede l’ora di tornare a farci compagnia e a suonare l’organo alla Messa delle 7.30. Gli ho raccomandato di stare tranquillo e di seguire scrupolosamente le prescrizioni dei sanitari senza fare di testa propria anche se adesso sta meglio.

Mi ha fatto presente che riesce a leggere il blog parrocchiale e allora questa mattina ho deciso di fargli una sorpresa scrivendogli questo breve indirizzo di saluto da parte mia e degli amici della “prima” Messa della Domenica.

Pochi ma buoni… come dice il proverbio. Auguri, Paolo e un saluto anche alla mamma.

Il blog parrocchiale -passo ad altro argomento- mi sta dando molte soddisfazioni. Dapprima lo sottovalutavo; adesso invece riconosco che mi aiuta moltissimo. Io preferisco scrivere, però mi consigliano di mettere, almeno nel fine settimana, anche un breve filmato.

Ho deciso quindi, nei limiti del possibile, di pubblicare on-line al sabato sia il BOLLETTINO parrocchiale (perché anche questo è letto da molte persone) in aggiunta al cartaceo, sia un breve video con un commento a una frase del Vangelo del giorno e una preghiera davanti all’Eucarestia.

122. IN CAMMINO – confessione

È venuto a confessarsi un signore a me sconosciuto.

“Mi può confessare?”

“Certo”, ho risposto invitandolo ad accomodarsi sulla panca.

Conclusa la confessione gli ho chiesto chi fosse e da dove venisse ma non per vuota curiosità quanto per il desiderio di conoscerlo meglio visto che, dalla confessione, avevo intuito che era una persona molto religiosa e affezionatissimo a noi sacerdoti.

“Sono di Milano e sono pensionato. Dato che a Milano è pieno di virus sono venuto qui al Forte a passare l’inverno”.

Mi è venuto istintivo sobbalzare sulla panca.

Milano, virus… dato che giornali e televisione non fanno altro che additare i milanesi come “untori” anche chi, come il sottoscritto, non si lascia impressionare più di tanto reagisce in modo scomposto.

Lui se ne è accorto e sorridendo mi ha tranquillizzato dicendomi che prima di partire da Milano aveva fatto il sierologico, il tampone, quello salivare ecc. ma insomma ormai la brutta figura l’avevo fatta e me ne sono dispiaciuto.

Certamente anche lui poteva essere stato più accorto nel parlare senza “spararmi” addosso la notizia della fuga da Milano per il virus…

 

121. IN CAMMINO – in memoria

Oggi ho funerato la signora Anna De Pasquale, un’amica carissima che mi ha sempre accolto nella sua casa con il sorriso sulle labbra e con tanto amore. La preghiera di commiato, per disposizione dell’autorità sanitaria, si è tenuta sul piazzale della chiesa e in forma semplice.

Però avevo spalancato le porte della chiesa e ho disposto che la salma, sebbene sull’auto funebre, fosse proprio davanti al crocifisso dell’altare maggiore. Ho letto poi il racconto del “buon pastore” perché la Anna, come hanno riconosciuto i suoi cari, è stata davvero una pecorella amorosa nei confronti di Gesù.

La campana grande poi, suonando a distesa, ha dato a tutto il paese l’annuncio di un’anima eletta che saliva in paradiso.

Domani ci sarà il funerale di Piero Vaiani. Mi legano a lui e ai suoi cari moltissimi ricordi alcuni dei quali davvero struggenti.

Piero e la Nadia insieme con don Giorgione e la Marta sono stati i miei primi amici quando sono giunto a Forte dei Marmi. La Nadia emotiva, lui invece più riflessivo mi fecero sentire subito a casa aiutandomi a superare l’imbarazzo di essermi trovato da un giorno all’altro da parroco di campagna con l’hobby dell’insegnamento a parroco di un importante paese senza hobby di sorta.

Quel cacciucco alla versiliese che cucinò con le sue mani nell’abitazione di famiglia offrì a me a mio padre il profumo tipico di Forte dei Marmi, il profumo dell’accoglienza e dell’ospitalità.

Che il Signore lo accolga in Paradiso riconoscendogli le tantissime opere buone fatte, sempre in modo discreto, a favore dei poveri del paese.