306. IN CAMMINO – torno a casa

Torno di nuovo … a casa! Lunedì sono andato per la prima Comunione di una bambina italo-americana; oggi per la festa patronale. I miei vecchi parrocchiani hanno saputo della mia nomina a Monsignore e mi hanno invitato.

Ho accettato a condizione di potermi presentare “in nigris” cioè senza abiti corali. Intanto perché fa molto caldo e poi perché, com’è noto, non mi piace sgonnellare solo per farmi notare.

Con questo non voglio assolutamente disprezzare l’invito e tanto meno la nomina (che è stata accompagnata da una motivazione che mi fa molto onore) ma non è certo un pennacchiotto “fucsia” in testa che rende merito a un sacerdote.

Sono altri i meriti. Proprio in questi giorni abbiamo ricordato dei sacerdoti “martiri”: don Libero, don Fiore, don Innocenzo…

Questi sì erano meritevoli: hanno infatti offerto la loro vita per non abbandonare il gregge avuto in custodia. Sono morti per e con la propria gente offrendo al contempo, proprio come Gesù sulla croce, il perdono ai loro persecutori.

Ecco, oggi alla predica vorrei parlare proprio di questi cari sacerdoti: tutti (o quasi) molti giovani che hanno dato un esempio di vita meraviglioso.

Sono certo che i miei amici capiranno.

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