Stasera, nel corso della Messa delle ore 18.00, a Dio piacendo, ringrazieremo il Signore per i tanti benefici ricevuti nel corso di questo anno con il gioioso canto del TE DEUM.
Lo canteremo in lingua italiana visto che ormai la maggioranza dei fedeli ha dimenticato (un vero peccato!) la lingua latina: è rimasto però d’uso comune dire “TE DEUM”, dalle prime parole dell’inno, per richiamare alla mente dei fedeli il dovere del ringraziamento.
Non sappiamo con esattezza chi l’abbia composto e nemmeno quando sia stato usato per la prima volta nella liturgia. Su internet ci sono tutte le spiegazioni del caso… sappiamo però che già al tempo di Sant’Ambrogio e Sant’Agostino era conosciuto e usato! Poi dati storici e dati leggendari si confondono e quindi non riusciamo ad avere quella precisione che sarebbe necessaria.
Dalla storia sappiamo che è sempre stato usato come inno di ringraziamento (delle volte a sproposito, cioè per imbonire il prepotente di turno) e noi lo canteremo stasera con questa stessa intenzione.
Di cosa dovremo ringraziare il Signore? Intanto della salute, poi della fede, dell’affetto dei nostri cari ecc. Poi ognuno di noi avrà i propri motivi personali per ringraziarlo.
Io, ad esempio, lo ringrazierò per aver raggiunto i 50 ANNI DI SACERDOZIO e per l’affetto sincero di tanti amici. Non mi sono mancate sofferenze anche notevoli ma stasera non ci voglio pensare. Resto ottimista nonostante tutto!
E ora guardate la foto-ricordo del mio 50esimo: una buona bottiglia di spumante che berrò alla salute di tutti alla scoccare delle 22.00 (perché domani mi devo alzare presto…)