Ma la differenza maggiore – rispetto al messale precedente – si nota nella preghiera del Padre nostro che, nella seconda parte, evolve in questo modo:
DACCI OGGI IL NOSTRO PANE QUOTIDIANO E RIMETTI A NOI I NOSTRI DEBITI COME ANCHE NOI LI RIMETTIAMO AI NOSTRI DEBITORI E NON ABBANDONARCI ALLA TENTAZIONE MA LIBERACI DAL MALE. AMEN
Ho scritto “evolve” e non semplicemente “cambia” perché in questo caso si dà una interpretazione nuova al testo greco quasi a rispondere a coloro che pensavano che fosse lo stesso Signore a metterci in tentazione…
Può darsi che nei primi tempi ci sia un po’ di incertezza nell’usare la nuova formulazione ma per fortuna nei fogli liturgici è riportata con precisione e quindi sarà facile impararla.
C’è infine una dizione nuova -che riguarda soltanto noi celebranti- ma che dovranno aver ben chiara anche i fedeli perché è di capitale importanza anche se a una prima lettura possiamo restare interdetti per la ripetizione del termine “Agnello di Dio”.
La nuova formulazione inverte le parti rispetto a quanto di diceva prima. Quando il sacerdote mostra l’ostia consacrata dice: “ECCO L’AGNELLO DI DIO, ECCO COLUI CHE TOGLIE I PECCATI DEL MONDO. BEATI GLI INVITATI ALLA CENA DELL’AGNELLO.
Perché questa insistenza sul termine AGNELLO? Perché è il termine tipico con il quale si indica Gesù che continua a offrirsi per noi nel sacrificio eucaristico.
Quando, anni indietro, siamo andati in gita turistica-pellegrinaggio a Gand in Olanda siamo andati a visitare la famosissima tavola detta “L’AGNELLO MISTICO” una tavola di Van Eyck in cui si vede un Agnello ritto su un altare dal cui collo fuoriesce un fiotto di sangue. A lato gli sono gli angeli con l’incenso e numerosi altri angeli in adorazione.
Ecco, proprio per indicare che l’eucarestia non è soltanto sacramento ma anche sacrificio (rinnovato) è stata scelta questa dizione che spiega bene il doppio significato dell’Eucarestia.
Avviso: Se ti piace leggere quello che scrivo può darsi che piaccia anche ai tuoi familiari o ai tuoi amici o ai tuoi ragazzi. Passa parola. Grazie.