232. IN CAMMINO – Santa Caterina da Siena

Nell’occasione della festa della Santa, compatrona d’Italia insieme a San Francesco, ho esposto la Sua bella immagine, ripresa da un affresco antico, in chiesa, alla devozione dei fedeli.

Era una donna davvero straordinaria. Poco aggraziata nell’aspetto ma di intelligenza non comune, nonostante fosse analfabeta, riuscì a vincere le debolezze della Chiesa di allora con la forza delle sue argomentazioni (redatte grazie a un anonimo scrivano e) inviate al papa autoconsegnatosi ad Avignone.

Siamo in un periodo drammatico della storia della Chiesa: i Papi, vescovi di Roma, avevano abbandonato il gregge per trasferirsi ad Avignone. I loro collaboratori, da notare che erano tutti vescovi e cardinali, non se ne davano pensiero: vivi e lascia vivere era il loro motto!

Caterina invece era angosciata scorgendo in questo abbandono del gregge l’abbandono di Cristo. E non aveva peli sulla lingua al riguardo:

” Vi scrivo (inzuppando) nel sangue di Cristo… Partìti vi sète dalla verità e accostàtivi alla bugia. Che ve n’è cagione? Il veleno dell’amor proprio…    Voi non sète fiori che gittano odore ma puzza. Non lucerne ma tizzoni fumosi….. Non Angeli ma dimonia!”

Nessuno ovviamente osava contestarla data la sua santità ormai universalmente riconosciuta.

E così Gregorio XI capitolò di fronte alla sua insistenza e decise nel 1376 di tornare a Roma a riprendere servizio come pastore del popolo romano e della Chiesa.

Affidiamo dunque a questa grande Santa le sorti della Chiesa e della nostra Nazione.

 

 

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