283. IN CAMMINO – un “costume” speciale

Ieri, conclusa la lezione di catechismo, mi sono messo all’ombrellone ad aspettare l’ora del pranzo. Ero solo in quanto la Silvia, fedele alle prescrizioni dell’ortopedico, stava sguazzando nel mare …

Mi si sono avvicinato due amici, marito e moglie da me ben conosciuti, che mi hanno commosso raccontandomi un particolare…

La signora infatti, un’insegnante, mi ha fatto notare il suo costume da bagno, un costume apparentemente simile a tutti gli altri, e mi ha spiegato di indossarlo con molta emozione perché le ricorda una sua carissima allieva prematuramente scomparsa. La ragazzina lo aveva realizzato con le sue mani e gliene aveva fatto dono prima di morire. E quindi la professoressa se lo teneva come qualcosa di speciale dimostrando con questo la sua grande sensibilità.

A quel punto non sono riuscito a trattenermi e l’ho abbracciata con affetto per avermi messo al corrente della cosa. Non so come abbia interpretato questo mio abbraccio ma non ho avuto il tempo per spiegarglielo.

In un attimo infatti mi erano tornate alla memoria le mie prime lezioni al mare con la piccola Benedetta nell’estate del 1999.

La bambina era gravemente ammalata e, d’intesa con i genitori, avevamo deciso di anticiparle la prima Comunione. All’epoca tenevo le lezioni da solo, salvo casi eccezionali, e così capitò che la piccola (era priva dei capelli per le cure chemioterapiche) avvertendo brividi di freddo cominciò a chiamare la sua mamma e a piangere.

Andai nel panico non sapendo cosa fare. Ma ecco che intervennero con  immediatezza (e con grande discrezione) alcune signore – evidentemente ricche di sentimento – che abbracciandola e baciandola la calmarono  restituendomela infine tranquilla e sorridente: vere mamme d’affezione che avevano trascurato per un momento i propri bimbi per aiutare la bambina ammalata.

La piccola nell’estate successiva era già volata in cielo ma il gesto d’amore di quelle mamme d’affezione era ed è rimasto tanto che anche oggi ne viene mantenuto il ricordo dal bagnino, Carlo, e da vari ospiti dello stabilimento.

Col mio abbraccio dunque ho inteso inserire nel novero delle mamme d’affezione anche la professoressa in questione.

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