Non me lo aspettavo.
Sì, non me lo aspettavo che un umile frate francescano cappuccino avesse l’onore di un trafiletto sul Corriere (inserto del Corriere fiorentino).
Mi riferisco a Padre Stefano Capri del convento di San Giusto a Pisa. Lo avevo conosciuto quando, parroco a San Casciano di Cascina, mi fermavo ogni tanto al convento per qualche ora di riposo e di riflesione/preghiera.
Era lui, insieme col guardiano Padre Beppe, che mi accoglieva sorridente e premuroso. Avevo saputo che con la chiusura del convento era stato trasferito a Livorno ma continuava ad abitarlo, in solitudine, per non abbandonare del tutto i suoi amici di sempre.
Ieri, all’improvviso, mi è balzato agli occhi questo struggente trafiletto in cui – quasi fosse ancora vivente – si accenna alla sua figura e alle sue qualità di uomo e di frate.
Mi piace riportare una piccolissima parte dell’articolo a firma M. Kavalici che mi scuserà se lo riporto visto che la riproduzione è riservata: è troppo bello!
“Nozioni bibliche e filosofiche sono alla base dei suoi persuasivi e mai banali discorsi, dal pulpito come per la strada. L’obiettivo è di (…) sintonizzare sulla sua stessa lunghezza d’onda chi non ha tempo per credere. (…) E tutto questo mette al servizio della sua crociata, dentro e fuori il convento di San Giusto che è la casa sua e di tutti per quasi sessant’anni”.
Riposa in pace, carissimo figlio di San Francesco e prega perché il Signore conceda nuovi fratelli francescani buoni e saggi come te.