Fra i ricordi di quando ero piccolo ci sono, marcatissimi, quelli riguardanti le “visite” ai malati che mio zio Varese, medico, doveva assicurare ai suoi numerosissimi pazienti sparsi per tutto il piano di Pisa.
I familiari degli ammalati venivano in genere a “segnare la visita” al mattino presto. Controllato l’elenco mio zio usciva con la 1100 Fiat per i casi più urgenti; poi, rientrato faceva ambulatorio fino al pomeriggio e a quel punto proseguiva il giro per gli altri ammalati. In questo secondo giro mi consentiva di accompagnarlo con mia grande soddisfazione.
Bene, adesso mi trovo nella stessa situazione. Infatti per i problemi legati all’epidemia non mi è consentito, come in precedenza, recarmi dagli ammalati “a sorpresa” ma devo essere “invitato” dai familiari o dall’ammalato stesso. Gli ammalati infatti appartenendo alla categoria dei “fragili”non possono esporsi a eventuali contagi che potrebbero rivelarsi fatali per la loro vita.
Mi sto impegnando al massimo per far capire queste disposizioni ai familiari ma non è facile modificare certe usanze forti di anni e anni di pratica.
Ma ieri, finalmente, ho ricevuto la prima chiamata. Una signora mi ha avvisato che la mamma anziana e ammalata desiderava vedermi: “Vorrei “segnare” una visita per mia madre, ammalata. Può venire?”
Sono partito a razzo! Green pass alla mano e mascherina sul naso mi sono presentato e ho potuto assolvere al mio dovere di sacerdote confessando e comunicando questa anziana sorella.
Affido questa novità alla vostra attenzione e soprattutto alla vostra sensibilità: se venite a sapere di qualche anziano/ammalato che desidera incontrarmi date un colpo di telefono e io arrivo!
Ci conto!