Sono rimasto chiuso fuori di casa e ho patito un bel po’ di freddo. Sono uscito in fretta e furia per incontrare don Alex e definire i dettagli per la collaborazione di don Martin – che verrà nei prossimi giorni ad aiutarci – e ho dimenticato di prendedere le chiavi.
Mentre passeggiavo, avanti e indietro, lungo la stradina a lato della canonica pensavo a coloro che sono senza casa, costretti a vivere arrangiandosi in qualche modo. Ne conosco personalmente alcuni che vengono ogni tanto a chiedere un aiuto. La cosa drammatica è che hanno tutti famiglia e parentela ma sono stati allontanati per un motivo o per un altro. Che dispiacere per loro soprattutto ora che si avvicina Natale!
E poi ho pensato ai profughi accampati nelle foreste dell’Europa dell’est, a quelli sulla costa francese, ai siriani nelle isole della Grecia, ai nostri in varie parti d’Italia.
Pensando a loro mi sono messo a pregare. Per loro e con loro perché sono certo che anche loro faranno lo stesso: quando le cose vanno male e la paura ci assale viene spontaneo affidarsi a Dio al di là del nome con il quale si onora.
Il Natale si avvicina. Come avrete notato dal bollettino parrocchiale ho deciso di anticipare alle 21.30 la Messa solenne di mezzanotte. Il momento non è facile perché l’epidemia continua a fare il suo corso e non se ne vede la fine. Per di più le previsioni meteo sono brutte: acqua e vento per tutti e tre i giorni della festa. Attendere la mezzanotte sarebbe assurdo. Spero che, pur con tutti questi contrattempi le feste trascorrano serenamente per tutti.
Vi anticipo gli auguri. Poi, nei prossimi giorni, tornerò sull’argomento.