Ci siamo trovati questa mattina, ospiti delle Madri Canossiane, a discutere insieme con l’Arcivescovo su come organizzare la fase n° 4 cioè la possibile ripartenza.
L’Arcivescovo ha sottolineato il fatto che l’epidemia ha evidenziato i limiti della nostra attività pastorale ristretta nel servizio di catechesi ai piccoli e nelle celebrazioni eucaristiche. Intendiamoci, questi due campi d’azione sono essenziali ma non gli unici.
Purtroppo, chiuse le chiese alle celebrazioni e gli oratori al catechismo ci siamo trovati nell’impossibilità di seguire in modo conveniente i nostri fedeli e i nostri ragazzi pur offrendo qualche celebrazione e qualche lezione via mail.
L’unico settore che ha retto, per così dire, è stato quello della carità: le varie comunità parrocchiali si sono distinte nell’aiutare i poveri grazie naturalmente alla generosità di tanti fedeli che si sono fatti avanti con estrema generosità.
E ora quale futuro ci attende? Don Federico, responsabile della catechesi, ha insistito sul nuovo catechismo diocesano pregandoci di proporlo e di spiegarlo ai catechisti e ai genitori; don Salvatore, responsabile dei giovani, ha sollecitato la nascita di una “rete” fra le realtà giovanili della diocesi. Proposte interessanti anche se, almeno al momento, difficilmente praticabili dovendo rispettare le prescrizioni sanitarie che impongono limiti ben precisi alle riunioni e ai gruppi.
Nel mio intervento ho provato a dare speranza: proprio in questi giorni ben due ragazze mi hanno confidato il loro desiderio di consacrarsi al Signore e questo l’ho visto come un segno della Provvidenza che non abbandona la sua Chiesa.
Su un altro punto sono stato un po’ troppo polemico ma sempre nei limiti perché mi rendo conto che i punti di vista possono essere diversi.