481. IN CAMMINO – tempi e contrattempi

Fare il prete non è per niente facile.

Occorre la tranquillità del comandante marittimo che, pure in mezzo alla tempesta, non si perde d’animo intanto perché avverte “amico” il mare anche se tempestoso e poi si fida/affida della/alla propria barca/nave.

Anch’io, in certi momenti, pur facendo fatica a organizzare i “tempi” e a gestire i “contrattempi”, riesco a mantenermi sereno consapevole che i fedeli sono miei “amici”, la comunità “regge” e, in più, ho la garanzia che il Signore mi assiste.

Stamani, ad esempio, ho già speso un’ora buona di tempo per vedere di individuare una soluzione per due famigliole ucraine che cercano una casa. Non vi dico i contrattempi che ne vengono… Infatti la casa l’ho trovata ma la burocrazia imperante, peraltro da rispettare per non passare dalla ragione al torto, crea ostacoli di vario tipo. Come fanno ad esempio questi poveri profughi a inoltrare la richiesta di asilo alla prefettura se non conoscono la lingua, sono privi di computer, non hanno i soldi per sfamarsi ecc.

Sono riuscito per fortuna a trovare un’anima buona (mia antica alunna al Liceo di Cascina) che si è messa a disposizione e dovrebbe avermi risolto il contrattempo dandomi così la possibilità di reperire il “tempo” per aiutare don Giuseppe di Querceta.

Il carissimo Beppe infatti, come fanno tutti i preti quando si sentono male, per non lasciare senza Messa i parrocchiani si è rimpinzato di antidolorifici fino alla morfina col risultato di aver sviluppato una seria patologia ortopedica e cardiaca. Invece della medaglia gli hanno dato anche dello sprovveduto per non essersi messo a letto e aver chiuso la chiesa ma come si fa a chiudere la chiesa per Pasqua… Per un sacerdote, per di più parroco, è impossibile. Preferisce mettere a rischio la salute e tutto il resto! Bravo Beppe! Tanto di cappello! Merita quantomeno una visita di cortesia…

Nel frattempo però sono sorti altri problemi. È morta la signora NN e chiedono una visita con la benedizione; al cimitero è giusta una salma da Roma e chiedono…; la maestra NN, inferma, desidera fare la Comunione di Pasqua; i muratori devono chiudere le porte della chiesa per tirare su l’impalcatura; ma sta per arrivare in chiesa da salma della cara Ines …; c’è da realizzare il filmato perché nei prossimi giorni non sarà possibile ecc.

Ecco il perché di questo titolo strano. Ci sono dei “tempi” da rispettare ma ci sono anche tanti “contrattempi” che non lo consentono e così spesso il prete si trova a scontentare tutti. Però, come ho già scritto sopra, non mi lascio prendere dall’ansia… Una preghierina, qualche pilloletta, un sorriso al quadretto dei miei genitori (che mi avevano avvisato, a suo tempo, dei rischi di una vita spericolata come quella che sto conducendo) e via…

Quando sentite parlare male di noi preti provate a difenderci perché, davvero, non lo meritiamo.

 

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