Non so se avete mai osservato, in qualche documentario televisivo, il mantello bianchissimo degli orsi polari…
Bene, anch’io ieri, per una buona mezz’ora sembravo proprio un orso bianco tant’è che addetti e avventori dell’Autogrill sull’autostrada del sole si fermavano a filmarmi, divertiti!
È successo che, dovendo scendere, di buon’ora, a Roma per il Consiglio d’amm. FACI, mi sono avvolto in una copertina candida e calduccia – alle 5.00 faceva freddo – per riposare un po’ mentre Lorenzo guidava.
Verso le 7.00 mi sono svegliato e ho deciso di fare la sosta per il caffè (e le pasticche). Pian piano poi mi sono dissonnato, ho fatto i soliti sbadigli mattutini e finalmente mi sono tolto di dosso la copertina.
Purtroppo la copertina – non capisco proprio cosa sia successo – aveva perduto il mantello bianco che era rimasto appiccicato alla camicia, peraltro nuovissima, che da nera era diventata… bianca!
Pare si tratti di un fenomeno elettrostatico per cui due tessuti entrambi in poliestere si possono attrarre vicendevolmente ecc. ecc.
Quando sono uscito dall’auto non ero più un prete con la sua bella camicina nera ma un orsetto polare pieno di peli bianchissimi.
Me tapino! Ho cominciato a trarre alti lai (lamenti) mentre Lorenzo si affannava, munito di uno spazzolone, a levarmi dall’impiccio. Mi sentivo terribilmente a disagio. Poi per fortuna, ragionando sulle leggi della fisica, ho afferrato un paio di mascherine – pure queste in materiale sintetico – e il mantello miracolosamente ha preso ad appiccicarsi sulle stesse… Insomma, ho rovinato un paio di mascherine FFP2 ma ho salvato la pelle, pardon, la camicia!
E il viaggio è ripreso… con la copertina chiusa nel bagagliaio!