592. IN CAMMINO – 2a fase del percorso sinodale – sviluppi

Mentre l’Arcivescovo parlava presentando i vari “cantieri” da allestire per poi procedere al lavoro vero e proprio di ascolto e discernimento ho avuto un attacco di panico.

Erano infatti tali e tanti – mi riferisco ai cantieri – da restare sgomenti. Mi sono sentito come quell’impresario che deve allestire un cantiere per una palazzina, uno per un grattacielo e uno ancora per un ponte…

Per fortuna l’Arcivescovo, forse scorgendo il mio smarrimento, è intervenuto chiarendo che ogni Consiglio pastorale di Vicariato potrà scegliere quale cantiere attivare.

Probabilmente noi dovremo fermarci a una palazzina perché anche un cantiere modesto ha bisogno di uno studio preliminare, di ponteggi, di mezzi di trasporto, di operai specializzati e di tanti altri personaggi.

C’è poi il discorso del tempo. Sia per allestire che per edificare o quanto meno per progettare una possibile costruzione c’è bisogno di… tempo.

Superata la paura mi sono messo a pensare e mi sono reso conto che noi, avendo svolto un buon lavoro di ricerca e dialogo nella prima fase, abbiamo già almeno due/tre cantieri aperti.

Il primo di questi riguarda i più giovani. Li abbiamo già ascoltati, è vero, ma non con l’attenzione dovuta. Avevamo fretta di concludere il lavoro perché la Diocesi sollecitava le risposte e quindi dovremo tornare su questo tema importantissimo per la vita della Chiesa.

Il secondo riguarda il mondo del lavoro. Essendo stato per molti anni, all’inizio del mio servizio sacerdotale, animatore di un gruppo di lavoratori di Azione Cattolica ho sempre avvertito un certo senso di colpa per non aver fatto qualcosa di simile in Versilia. E infatti nelle proposte a conclusione della prima fase del PS compariva il desiderio di confrontarci con certe categorie professionali.

Il terzo, lo ricordo bene anzi l’ho anche scritto, di confrontarci con insegnanti/educatori/psicologi/pedagogisti/allenatori alla ricerca di un possibile denominatore comune valido per tutti. Su quest’ultimo punto, se non ricordo male, ci furono molte resistenze per timore di annacquare la proposta cristiana…

Vedremo insieme nel CPdV e decideremo.

Il primo punto da approfondire però sarò la vita delle nostre comunità: i consigli parrocchiali e di unità pastorale, i consigli d’amministrazione, i nuovi ministeri indicati da papa Francesco.

E – voi direte – tutti gli argomenti/programmi a suo tempo indicati e già impostati che fine faranno? Dovremo stare fermi ancora un altro anno?

Al momento non so cosa dirvi: certamente non possiamo uscire di casa tutte le sere per ascoltare/ragionare/programmare/fare… Per voi c’è la famiglia e per me c’è la parrocchia soprattutto i più piccoli e i più fragili che richiedono attenzione e – torno al discorso di prima – per dare attenzione c’è bisogno di tempo.

 

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