Oggi nella nostra Diocesi si celebra la festa della Madonna di sotto gli organi, Patrona della Diocesi e del Comune/città di Pisa.
Avevo accennato nell’ultimo bollettino parrocchiale che la festa, pur essendo ancora celebrata con notevole concorso di popolo, non ha più la “celebrità” e il “fasto” dei tempi antichi quando l’intera popolazione della città si radunava in Duomo per assistere allo “scoprimento” della venerata immagine.
Il Capitolo della Primaziale infatti, negli anni del post-concilio e quindi a seguito di nuove indicazioni liturgiche, decise lo scoprimento perpetuo ciò che determinò, nel giro di pochi anni, un affievolimento della devozione.
Tutte le chiese, salvo eccezioni tipo il duomo di Pietrasanta con la tavola della Madonna del sole, si adeguarono alle nuove indicazioni e così scomparvero in pochi mesi tutti gli artistici drappi che velavano le immagini/statue della Madonna.
Anche a Forte dei Marmi avvenne lo stesso con il quadro dell’Addolorata che in precedenza veniva scoperto soltanto per la ricorrenza liturgica annuale e in certe particolari occasioni (interventi chirurgici, esami scolastici e simili) a richiesta degli interessati: con una cordicella il quadro veniva svelato, seguiva poi la preghiera col suono delle campane ad avvisare il popolo dell’avvenuto scoprimento.
Si dirà che quegli “scoprimenti” prestavano il fianco alla superstizione e in parte è vero. È altrettanto vero però che certe tradizioni, se sfrondate di sensazionalismo e si sentimentalismo, potevano anche restare.
Ma non sta a noi giudicare quello che hanno fatto i nostri predecessori. Anche noi infatti, essendo figli dei nostri tempi, possiamo ritenerci, in coscienza, nel giusto salvo poi scoprire con dispiacere d’essere in errore.
L’importante è che la devozione alla Madonna resti. Rivolgo un appello quindi a tutti e in particolare alle mamme perché non perdano l’abitudine di rivolgersi alla Madonna ogni giorno con e per i propri figli.