In più occasioni vi ho scritto riguardo ai miei impegni extra-parrocchiali fra questi il servizio di Incaricato diocesano dell’Associazione Diocesana del Clero.
Sono Incaricato, per votazione dei confratelli e nomina dell’Arcivescovo Plotti, fin dall’anno duemila. Da allora sono sempre stato confermato in questo servizio per benevola concessione dell’Arcivescovo Benotto che, sebbene abbia esaurito i tre mandati canonici, mi ha esortato ad andare avanti.
Sono sincero: è un servizio che mi appassiona perché sento i confratelli anziani e ammalati come miei familiari; e mi gratifica pure perché, se riesco a offrire loro qualcosina, in cambio ricevo moltissimo in amicizia e confidenza.
In questi lunghi anni di servizio mi sono sempre impegnato al massimo con buoni risultati sia per i confratelli che per l’Associazione in sé.
Non ero riuscito però a smuovere il “macigno” che gravava sulla questione della residenza per i sacerdoti inabili. Nei primi anni duemila sembrava cosa fatta e ne avevo scritto, speranzoso, ai confratelli salvo poi dovermi rimangiare tutto perché nel frattempo il progetto era saltato d’improvviso.
Oggi finalmente sembra che ci siano buone novità.
L’Arcivescovo Benotto, a suo tempo, mi aveva fatto presente che nello statuto della Fondazione Maffi era riportato l’impegno a seguire i sacerdoti inabili e così, forte dell’amicizia con presidente della stessa, dottor Franco Falorni, ho cominciato a stressarlo… finché non si è deciso a presentare una iniziativa che potrebbe fare al caso nostro.
E stamattina, in piena assemblea, ha fatto presente questa mia continua sollecitazione facendo il mio nome.
Io sono diventato rosso ma i presenti, dopo, mi hanno fatto le congratulazioni.
Poi vi farò sapere quali sviluppi ci saranno.