Quando tengo l’omelia, come ero solito fare da insegnante, guardo i miei ascoltatori in modo che, vedendoli distratti, interrompo immediatamente il discorso.
A onor del vero li vedo sempre molto attenti e interessati e quindi trovo gusto a parlare ai fedeli soprattutto quando tengo, come nel periodo estivo, vere e proprie lezioni di catechismo.
Quest’anno il tema prescelto riguarda lo Spirito santo. Argomento assai delicato perché gran parte dei fedeli conosce poco l’argomento. Non a caso lo Spirito santo è definito “il grande sconosciuto”…
Non starò adesso a riportare tutto quello che ho detto nelle prime otto prediche/lezioni. Dico soltanto che sono state seguitissime.
Nell’ultima predica spiegavo che lo Spirito Santo può “ispirare” a compiere azioni o a dire parole buone dal punto di vista morale anche persone non praticanti o addirittura non credenti; può ispirare persone che praticano altre religioni. E noi dobbiamo riconoscerlo. Quello che è oggettivamente buono/giusto non può essere misconosciuto.
Non sono sceso nei dettagli. Mi sarebbe piaciuto commentare l’episodio di Balaam, chiamato a “maledire” Israele che invece si ritrova a benedirlo, ma non c’era il tempo.
Qualcuno ha pensato che volessi sposare le tesi dei sincretisti/relativisti per i quali tutte le religioni si equivalgono. Per fortuna mi hanno chiesto spiegazioni e ho potuto così integrare il ragionamento, catechismo alla mano, facendo presente che la così detta “legge naturale” che il Signore ha posto nel cuore di ogni uomo consente di compiere/dire qualcosa di moralmente buono anche a chi non pratica ecc.
Lo Spirito Santo poi può riservarci anche delle sorprese bellissime (a me è capitato) e cioè fare l’esperienza di atei, musulmani, ebrei, testimoni di Geova ecc. che, vivendo ormai da cristiani, hanno chiesto il Battesimo!
Soltanto lo Spirito santo può compiere simili prodigi. Vale la pena dunque di pregarlo e di ringraziarlo.