… dal Terz’Ordine Francescano di Vittoria Apuana a parlare di san Francesco nell’occasione dell’ostensione della Croce di San Damiano.
Detta croce, ovviamente in copia, rimanda alla conversione del Santo: guardando il Cristo crocifisso San Francesco si sentì “chiamato” a restaurare la Chiesa e si mise di buona lena a lavorare per sistemare la chiesetta diroccata che ospitava il crocifisso.
In un secondo momento, aiutato da un vecchio prete, capì che la chiesa che doveva restaurare era quella “viva” all’epoca in pieno decadimento. E così fece con i risultati di santità che tutti conosciamo.
Nella conversazione ho cercato di stabilire, se possibile, una correlazione fra il Santo e i nostri giovani… oggi piuttosto sbandati.
1) Anche lui era reduce da un momento di forte sbandamento dovuto alle sue intemperanze. Aveva però una forte personalità che, con l’aiuto di Dio, gli permise di reagire. In questo venne aiutato dal predetto vecchio prete che, trattandolo come un figlio, lo aprì al mistero di Gesù (Vangelo sine glossa) favorendo di fatto la sua conversione.
2) Francesco si impegnò quindi a incontrare Gesù ovunque. Nella Parola (Vangelo), nei sacramenti (Eucarestia) e nei fratelli soprattutto quelli più disgraziati (il bacio al lebbroso).
3) In questo cammino di discernimento e di purificazione gli fu vicina Chiara che più volte lenì le sue sofferenze fisiche e psicologiche (le toppe ricucite sulla tonaca).
4) Le stigmate che lo fecero uguale a Gesù giunsero nel momento in cui lui, ormai semicieco e sofferente, era stato messo da parte dai suoi stessi frati.
5) Ormai alla fine del suo percorso terreno lasciò uno straordinario cantico di ringraziamento al Signore per il dono delle creature.
L’incontro è andato bene e sia io che i presenti siamo tornati a casa soddisfatti.