658. IN CAMMINO – animali

Ci siamo trovati in quattro a preparare la veglia per la pace di Martedì 24 Gennaio.

Io presiedevo la riunione con la Carlotta in braccio che piangeva e la Lola perennemente affamata in giro per la stanza. “Speriamo venga presto la Flavia”, mi è scappato detto.

Don Messias era in apprensione per il suo coniglietto nano che avendo un bel po’ di anni comincia a perdere colpi. Poi ha aggiunto: “Meno male che c’è mio padre a imboccarlo”.

Don Edoardo pensava ai suoi micetti insidiati da un lupo che ha preso l’abitudine di scendere dalla montagna per sfamarsi con un paio di gatti al giorno. Ha concluso dicendo: “Ho chiesto alla vicina di dare un’occhiata ai miei gatti. Con quel lupastro ingiro non c’è mai da stare tranquilli”.

Don Alessandro infine era preoccupato per le possibili conseguenze di un “malestro” combinato dal suo pastore cecoslovacco che è rientrato in canonica con una gallina fra i denti… chissà dove l’ha presa! Ha sospirato e ha aggiunto: “Ho dovuto chiamare mia madre perché quel cane me ne combina una ogni giorno”

A un certo punto ci siamo messi a ridere sulle nostre… disgrazie.

Noi sacerdoti, non avendo famiglia, apprezziamo molto la compagnia e l’affetto degli animali domestici che poi però ci creano un sacco di guai.

A quel punto, essendo le nostre giornate piene di imprevisti, siamo costretti a ricorrere all’aiuto dei nostri parrocchiani/amici/vicini di casa che scontano l’essere nostri amici.

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