Siamo entrati nel tempo ordinario… e cioè? Chiariamo un po’.
I tempi liturgici sono i seguenti: il tempo d’Avvento, il tempo di Natale, il tempo di Quaresima, il tempo di Pasqua e infine il tempo ordinario.
Come avete notato i tempi di Avvento, Natale, Quaresima e Pasqua si scrivono con la maiuscola; l’ultimo invece con la minuscola: “ordinario”.
Va dal Natale alla Quaresima e dalla Pasqua all’Avvento: ben 24 settimane su un totale di 52. Dunque la parte più consistente dell’anno.
Il fatto però che si chiami “ordinario” lo squalifica un pochino quasi si trattasse di un tempo poco importante o comunque secondario rispetto ai precedenti.
Non è così. Se è vero infatti che gli altri “tempi” sono più significativi perché celebrano eventi “speciali” della vita di Gesù anche quello ordinario ha un significato importante proprio a partire dalla stessa esperienza di Gesù.
Infatti i primi trent’anni della vita di Gesù sono stati anni “ordinari”, anni che ha trascorso anonimo tra gli anonimi, uno dei tanti poveri artigiani di Nazareth… senza pretese di alcun tipo.
Poi sono seguiti i tre anni di vita pubblica con insegnamenti mirabili, miracoli straordinari e parabole meravigliose; poi i tre giorni della passione, le tre ore dell’agonia e l’attimo della risurrezione…
Pensiamoci!