Stamattina è passato dalla chiesa uno dei tanti pellegrini che seguendo la francigena o altre strade secondarie si recano a Roma nell’occasione della Pasqua.
Appena mi ha visto mi ha salutato a nome, sorridente. L’ho riconosciuto subito perché tre/quattro anni or sono lo avevo già conosciuto e aiutato…
Questi pellegrini o almeno quelli veri sono soliti accontentarsi di qualcosa da mettere sotto i denti ( o qualche moneta ) ma soprattutto del timbro parrocchiale che attesti il loro passaggio. Senza i timbri parrocchiali il pellegrinaggio non viene riconosciuto e sfuma quindi il privilegio di essere confessati dal Papa e di avere un posto speciale nelle celebrazioni pasquali. In genere infatti si tratta di persone, anche pubblici peccatori, che si sottopongono alla penitenza del pellegrinaggio in sconto dei loro peccati per poi poter ricominciare da bravi cristiani.
Dunque quando anni indietro si presentò era, come stavolta, in marcia da Bolzano fino giù a Roma e aveva già percorso un bel tratto.
Era in uno stato compassionevole. Mi chiese se potevo indirizzarlo a un medico perché non stava in piedi. O meglio in piedi ci stava ma pareva cadere da un momento all’altro. Camminava a gambe larghe perché a furia di camminare – evidentemente aveva sottovalutato i disagi della camminata – aveva sviluppato una infiammazione alla parte interna delle gambe a causa del sudore e dei funghi…
Mi fece vedere e a quel punto, invece di inviarlo dal medico, gli suggerii il pronto soccorso perché le piaghe filavano sangue dall’inguine al ginocchio ed era uno spettacolo impressionante. La visita confermò la mia paura: venne infatti consigliato di interrompere immediatamente il pellegrinaggio e di ricoverarsi onde evitare conseguenze ancora più pesanti. Così la sera stessa, riempito di farmaci antipiretici – aveva la febbre alta – riparò a Bolzano dove lo attendevano i familiari in ansia.
Ma evidentemente gli era rimasto nel cuore il desiderio di compiere questo benedetto pellegrinaggio e così aveva deciso di tentare di nuovo la sfida. Ed ecco che stamani me lo sono trovato di nuovo davanti con scarpe da trekking, tuta da footing, borsa-farmacia attrezzata per ogni evenienza e un bel sorriso sulla faccia, pronto alla nuova avventura.