È stato un fine-settimana molto impegnativo. Dovrei dire “pesante” ma non posso perché è un dono di Dio avere così tante persone presenti in chiesa e non solo.
Essendo però ormai prossimo ai 70 anni, complice il gran caldo, ho avvertito un po’ di stanchezza in certe occasioni che ho cercato di superare facendo ricorso a vitamine, pappa reale (poi vi racconto cosa è successo al riguardo…) e simili.
Dunque l’incontro di presentazione del libro di Valdemaro è riuscito bene. L’autore si è presentato in modo semplice, direi quasi dimesso, ma ha detto delle cose molto interessanti. I due professori -assente per Covid il terzo -sono stati ugualmente efficaci. Io ho detto qualcosa, come è mio solito, con il cuore e anche il mio intervento è stato ugualmente apprezzato. Quindi sono rimasto contento. Tutto può essere utile per avvicinare le persone a Dio!
Il Sabato e la Domenica sono passati con impegni di tutti i tipi. Fra questi quello che a una prima impressione mi risultava più ostico, la partecipazione al trofeo Franco Pampaloni, è stata quella che mi ha dato più soddisfazione: eravamo davvero fra amici, io ingolfato nella giacca perché dopo avevo un matrimonio, e gli altri in costume a farmi corona. Abbiamo pregato come voleva Franco e poi un abbraccio e via a Roma Imperiale a preparare!
Anche la Domenica è trascorsa serenamente con tanti, tanti fedeli alle varie celebrazioni e tanta gioia nei partecipanti perché stare vicini fra noi, con Gesù nel mezzo, dà gioia!
C’è stato uno scontro. Purtroppo! Don Silvano, peraltro mio amico ormai da molti anni, si è infuriato per alcune critiche riferite alla sue prediche.
Onde evitare che la cosa potesse degenerare – si viene in chiesa per stare tranquilli, senza patemi d’animo – ho deciso, come prevede il mio diritto/dovere di parroco, di riservare a me l’omelia del mattino.
La cosa ha determinato molta sofferenza in don Silvano che si è sentito censurato e messo da parte ma gli interessi della comunità vengono prima di quelli di noi sacerdoti.